Maltrattava la mamma che gestiva un rifugio: condannato a 17 mesi

CORTINA. Maltrattamenti alla madre e al fratello. Un bellunese è stato condannato a un anno e cinque mesi di reclusione dal giudice Feletto. La sentenza è stata in linea con la richiesta del pubblico ministero Pesco, mentre il difensore Alegiani aveva cercato di smontare l’accusa e adesso aspetta la pubblicazione delle motivazioni, in maniera da poter presentare appello e ottenere, come minimo, uno sconto. Il rischio per l’imputato è quello di dover tornare in carcere, dove ha già trascorso un periodo della sua esistenza più recente. Adesso è sottoposto alla misura preventiva della libertà vigilata, perché ritenuto «socialmente pericoloso».

In un primo momento, i due familiari avevano deciso di costituirsi parte civile con Conte, ma sono arrivati a una soluzione bonaria, di conseguenza nell’udienza di ieri risultavano solo parti offese.

I fatti contestati dalla Procura della Repubblica erano relativi all’anno 2016. In quel periodo, la donna si occupava della gestione di un rifugio molto frequentato e apprezzato sopra Cortina e, in questa sua attività, era disturbata dal comportamento di uno dei due figli. Da quanto si è capito, i maltrattamenti erano più che altro di natura psicologica. Non risulta che sia mai andati oltre, con qualcosa di carattere fisico. Quanto al fratello, il discorso era più o meno lo stesso, con l’aggiunta di post su Facebook dal contenuto sgradevole.

Tutto questo è durato fino a quando le due vittime non ne hanno potuto più di questi atteggiamenti, sia sul posto di lavoro che a casa, e hanno deciso di andare a presentare una querela alla stazione dei carabinieri. È da questa che si è innescato il procedimento penale, che dopo l’audizione di una serie di testimoni si è concluso con la discussione finale. La pubblica accusa ha ritenuto pienamente provata la penale responsabilità dell’imputato, chiedendo la condanna di conseguenza. Qualche minuto di camera di consiglio e sono arrivati un anno e cinque mesi. —

G.S.

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