Maltrattò la moglie, la Corte d’Appello assolve il marito
BELLUNO. Assolto perché il fatto non sussiste. La Corte d’Appello di Venezia ha assolto ieri mattina il 49enne camerunense che, l’anno scorso, in primo grado, era stato condannato dal giudice di Belluno a due anni di reclusione, pena sospesa, per maltrattamenti alla moglie. Revocata anche la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa coniugale.
La notizia arriva direttamente dai difensori dell’imputato, gli avvocati bellunesi Daniele Tormen ed Emiliano Casagrande che ieri hanno portato a casa una sentenza importante. «In questo modo viene smontata quell’immagine di marito-padrone, dalla condotta vessatoria, quale era emersa dalla condanna in primo grado», commenta l’avvocato Tormen anche a nome del collega.
L’assoluzione era stata chiesta dai difensori dell’imputato fin dal primo processo a Belluno, anche perché la parte offesa aveva ritirato la querela ma si era andati avanti d'ufficio.
Nel processo bellunese, dalle testimonianze era emerso che entrambi i coniugi avevano alzato le mani l’uno contro l’altro dopo una lite.
Nel lungo ricorso per la Corte d’Appello, steso dai difensori, Emiliano Casagrande e Daniele Tormen, questi hanno ricordato, invece, come l'uomo «non avesse mai tenuto un comportamento vessatorio nei confronti della moglie e reiterato nel tempo tale da configurare, appunto, il reato di maltrattamenti». Di liti ce ne furono, l’uomo non le nega, anche perché a parlare c’erano i certificati medici.
Dopo la sentenza, il sostituto procuratore di Belluno aveva presentato un ricorso chiedendo, previo riconoscimento anche del reato di lesioni, un aumento di pena. Anche la procura generale di Venezia aveva fatto ricorso, chiedendo un ulteriore aumento della pena e l’eliminazione della sospensione condizionale della stessa.
Ma «il fatto che la Corte d’Appello abbia riconosciuto che il fatto non sussiste significa che non sono stati trovati gli elementi essenziali del reato di maltrattamenti», concludono i difensori.
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