Maltrattò solo il fratello sei mesi possono bastare

ARSiè. Maltrattava solo il fratello. L’arsedese R.G. rischiava una condanna a tre anni di reclusione, ma il reato contestato nei confronti della madre è stato derubricato in quello di atti persecutori per un certo periodo di tempo e quello verso la nonna non è punibile, perché la querela è stata presentata in ritardo. In definitiva, se l’è cavata con sei mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena e 3.000 euro di risarcimento. Il difensore Raffaella Mario ha anticipato che presenterà appello, in modo da ottenere un ulteriore sconto di pena, non appena avrà potuto studiare le motivazioni.

Secondo la ricostruzione della Procura della Repubblica, dopo la fine di una relazione sentimentale, l’uomo era tornato in famiglia e, nel corso di diverse discussioni, avrebbe minacciato di morte l’anziana nonna con un coltello da cucina, oltre a colpirla in testa con una manata. Quanto alla madre, l’avrebbe fatta cadere, mentre stava facendo le pulizie, provocandole la lussazione di un ginocchio. Le due donne erano talmente impaurite da cercare rifugio dall’altro figlio e nipote.

E allora l’attuale imputato cominciava a bussare con violenza fino a quando arrivavano i carabinieri. La deposizione della madre è stata così sofferta da richiedere una perizia psichiatrica sulla capacità a testimoniare, che è stata certificata da uno specialista. Quella della nonna è stata raccolta a domicilio, perché la donna ha 91 anni e non aveva senso farla arrivare in tribunale.

Il pubblico ministero Pesco aveva ritenuto integrato il reato nei confronti di tutti i familiari, da qui la richiesta di condanna a tre anni di reclusione, ma l’accusa ha retto solo nei confronti del fratello. —

G.S.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi