Manca personale negli uffici postali in provincia di Belluno: aperture a rischio
BELLUNO. Quindici uffici chiusi e tre aperti a giorno alterni. Sarà un’altra estate “calda” per gli sportelli di Poste Italiane in provincia di Belluno.
Con il periodo estivo, infatti, il personale deve usufruire delle ferie e ciò comporta, come ogni anno ormai da diverso tempo, un disagio per gli utenti che si vedranno chiudere o comunque ridurre gli orari di apertura.
Ma quest’anno la situazione è ancora più critica, come evidenzia Francesco Riva dello Slp Cisl, per la carenza di personale. «La situazione si sta facendo di anno in anno sempre più pesante», esordisce Riva, «infatti l’azienda non vuole più assumere e così ci troviamo con gravi deficit soprattutto nella sportelleria. Per questo tra giugno e agosto, molti uffici, soprattutto quelli monoturno cioè aperti soltanto al mattino, chiuderanno per diversi giorni, mentre alcuni di quelli che seguono l’orario intero (8.20- 19.05) rimarranno aperti soltanto al mattino. Questo con grave disagio non solo per gli utenti, ma anche per gli stessi lavoratori che sono ormai ridotti all’osso. E assunzioni di novantisti, cioè di persone con contratti per tre mesi nella sportelleria, non sono previste». Nell’ultimo anno, però, sono andati in pensione una ventina di impiegati delle Poste e soltanto tre o quattro sono stati sostituiti. «Se poi aggiungiamo malattie, ferie e infortuni il conto si accorcia», dice Riva che prosegue: «E l’età media del personale è tra le più alte, superando i 55 anni. Questo significa che se l’azienda non provvederà ad assumere, a breve molti uffici rimarranno definitivamente chiusi».
Nel recapito le cose non vanno meglio, anzi continuano i disservizi. «Tra i portalettere è previsto l’arrivo di personale assunto per tre mesi», prosegue il sindacalista. «Ma si tratta di numeri molto piccoli: cinque o sei persone al massimo. Ma staremo a vedere se queste resisteranno, visti i ritmi di lavoro e il cambio di area da servire ogni giorno. Infatti, con l’introduzione del recapito a giorni alterni, un postino si trova un giorno a dover coprire una zona e il giorno successivo un’altra. Anche l’anno scorso», racconta il sindacalista, «alcuni dei novantisti, dopo appena una settimana dall’assunzione, si sono licenziati. Il lavoro è complicato e sono in molti a non sentirsi di affrontarlo. Anche perché i nuovi postini non conoscono le zone e quindi cambiarle ogni giorno non facilita l’attività. Stiamo parlando anche di un sistema che crea insicurezza per i lavoratori: il fatto di dover correre da un posto all’altro entro i tempi prefissati per consegnare tutto, mette sotto tensione i lavoratori e a rischio la loro incolumità».
Per cercare di rivendicare maggiori assunzioni e una riorganizzazione diversa dell’attività, i sindacati indiranno ancora una volta lo sciopero degli straordinari sia nella sportelleria che nel recapito.
«Vogliamo tenere alta l’attenzione su questo fronte, mantenendo anche la conflittualità. Una conflittualità che serve a proteggere la sicurezza dei lavoratori spesso lasciati soli anche nei molti uffici monoperatore di questa provincia. Chiediamo pertanto che almeno nei capoluoghi di provincia e nei comuni sopra i 30 mila abitati venga ripristinato il recapito giornaliero e si torni ad assumere».
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