Mancano i form per la domanda di contributi 2016

BELLUNO. Non c’è pace per le scuole paritarie che gestiscono asili nido e scuole dell’infanzia in provincia. Oltre a non aver ricevuto ancora i contributi del 2015 e in alcuni casi anche di parte...

BELLUNO. Non c’è pace per le scuole paritarie che gestiscono asili nido e scuole dell’infanzia in provincia.

Oltre a non aver ricevuto ancora i contributi del 2015 e in alcuni casi anche di parte del 2014, per il 2016 la situazione non è certo migliore, «visto che non è stato ancora inserito sui siti preposti il form per inoltrare la domanda per le risorse necessarie per le attività e gli stipendi dei docenti», precisa il presidente provinciale della Fism (la federazione che gestisce questi istituti), Igor Burlon.

Burlon dice di essere senza parole per commentare questi episodi che continuano a mettere in seria difficoltà la sopravvivenza stessa degli istituti paritari che, in provincia e in particolar modo nel comune capoluogo, sono un’alternativa molto valida e diffusa alle scuole dell’infanzia e agli asili nidi comunali (di asili nido comunali a Belluno ce n’è solo uno).

«Avanziamo per quanto riguarda i nidi», prosegue Brulon, «ancora parte dei contributi del 2014, mentre per il 2015 non è stato pagato nulla nè all’infanzia nè ai nidi. E per quest’anno non ci è stato ancora possibile presentare in via telematica, che è l’unica riconosciuta, la domanda per avere le risorse. Ci troviamo in una situazione critica, con le attività da mandare avanti e gli insegnanti da pagare. E per questo i direttori delle varie scuole paritarie hanno dovuto ricorrere ai prestati bancari, spendendo una somma maggiore e soprattutto rischiando in prima persona se qualcosa dovesse andare storto».

Igor Burlon, inoltre, fa notare come la crisi che interessa l’infanzia nelle scuole comunali, «interessi anche i nostri istituti. C’è un calo importante negli iscritti per il prossimo anno scolastico anche per noi e questo non può che lasciarci in grande ansia perché alcune sezioni potrebbero essere a rischio. Anche se è possibile gestire sezioni da un minimo di 9 a un massimo 29 alunni, la questione è capire se una classe è poco numerosa sia in grado di tenere un insegnante. Speriamo che la situazione si sblocchi al più presto».

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