Mancano i soldi e il San Martino non sarà rimosso

BELLUNO. La resistenza di San Martino. Ci hanno provato in diversi, ma il pannello sulla facciata del palazzo di Ina Assitalia non si schioda dalla sua sede panoramica su piazza dei Martiri. Dell’opera di Vincenzo Munaro, si è parlato anche nell’ultimo consiglio comunale, per via dell’interrogazione presentata da Emiliano Casagrande di Insieme per Belluno Città Futura. Il più deluso di tutti è proprio il consigliere del centrosinistra, perché la rimozione non ci sarà: «Non manca la volontà, ma non abbiamo i soldi per spostare il dipinto e un altro alloggio in cui sistemarlo, questo è il discorso», spiega Casagrande, «l’operazione sarebbe tutta a carico del Comune e non di Ina Assitalia, pertanto ho capito che non possiamo proprio permettercela, almeno a breve scadenza. Chiedevo anche la tempistica, ma non siamo in grado di definire nemmeno quella».
Quel dipinto non gli piace e forse non gli è mai piaciuto. Neanche quando i colori della tavolozza di Munaro erano più vivaci: «Nel momento in cui fu realizzata, all’artista venne chiesto che il quadro non fosse troppo acceso e che potesse essere in armonia con il salotto buono della città. Negli anni, già l’ex sindaco Maurizio Fistarol e il consigliere Marco Perale avevano osservato che non c’entrava più niente con il contesto. Il loro non era un giudizio artistico, ma semplicemente estetico; «Il fatto è che si tratta pur sempre di un’opera d’arte e non è che si possa smantellarla. Un’ordinanza del Comune è stata resa legittima anche dal tribunale amministrativo regionale, ma rimane inteso che da lì bisognerebbe staccarla e sistemarla altrove, dove il suo impatto potrebbe essere meno ingombrante. Non possiamo farlo né ora né chissà quando e questo per mancanza di fondi. I soldi vanno investiti in modo più produttivo».
Munaro non pensava di aver realizzato un capolavoro, ma nemmeno un’opera da buttare via. Che faccia discutere è sicuro: «Fiumi di parole», sintetizza l’artista, «quest’anno l’opera compie 21 anni e rimane lì. Può piacere o non piacere e qu questo non discuto, ma vado per la mia strada e rimango tranquillo».
Gigi Sosso
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