Mancano letti in Psichiatria, caos per un Tso

Ci è voluta una notte per sistemare una paziente. Massaro: «Ha dovuto attendere in una stanza di emergenza»



I tagli inflitti in questi anni alla sanità bellunese stanno mostrando i loro effetti negativi sui servizi. A denunciare un episodio grave è il sindaco Jacopo Massaro che racconta quanto capitatogli nella notte tra lunedì e martedì.

«È quasi la mezzanotte di lunedì quando vengo chiamato per effettuare un trattamento sanitario obbligatorio: un’operazione quasi di routine, che però alle 4 del mattino è ancora in corso», denuncia Massaro in una nota ufficiale. «Non è stato possibile trovare un solo posto nelle psichiatrie degli ospedali di Belluno e Feltre per ricoverare la paziente. Si stanno verificando i primi contrtattempi legati al taglio dei posti letto voluto dalla Regione: con la riduzione della Psichiatria a Pieve di Cadore e il mancato aumento della disponibilità di letti per lo stesso reparto negli altri ospedali, siamo arrivati al tutto esaurito».

Per oltre un’ora, nel cuore della notte, sindaco, operatori sanitari, équipe di Psichiatria e agenti di polizia «hanno contattato le strutture ospedaliere venete, da Bassano a Treviso, per individuare una sistemazione in un reparto psichiatrico». Il sindaco è stato presente fino alle 4.30 di martedì, «poi, dopo la somministrazione alla paziente dei farmaci, è stato possibile ospitarla in una stanza di emergenza, dove è rimasta in attesa dell’uscita dal reparto di un altro degente, previsto per ieri».

Una vicenda che suscita lo sconcerto e la rabbia di Massaro. «Non è accettabile che si verifichino situazioni simili. Lo abbiamo già denunciato come Conferenza dei sindaci: il taglio dei letti nel Bellunese porta a inevitabili disagi e pericoli. Quanto accaduto è la fotografia di quello che sta avvenendo in tutti quei reparti degli ospedali periferici che stanno subendo il progressivo smantellamento. Una situazione che, oltre alla riduzione dei servizi al territorio, genera problemi di gestione e sovraffollamento negli ospedali centrali».

«La razionalizzazione», prosegue Massaro, «può essere accettata solo se i posti letto vengono commisurati ai bisogni della popolazione, ma così non è e con il taglio previsto si verificheranno molti casi come questo. In poche parole, si concretizza quello che la Regione ha sempre negato: i cittadini bellunesi saranno costretti ad andare fuori provincia anche per ottenere cure di routine. Se alcuni effetti delle nuove schede ospedaliere, come la mancata attivazione della Chirurgia h24 o della Radiologia interventistica, li vedremo in situazioni molto più gravi, qualche contraccolpo lo notiamo anche in casi ordinari. Non si può lasciare una paziente che ha bisogno di assistenza psichiatrica senza un ricovero: la Regione riveda al più presto le schede ospedaliere o questi episodi diventeranno la regola».

le precisazioni dell’usl

«Il sindaco ha firmato il ricovero obbligatorio all’1,45. La paziente è giunta al Pronto soccorso alle 3,20, dove è stata visitata dal medico dell’emergenza alle 3,27 e ricoverata in Psichiatria alle 4,25», dice l’Usl. Sui posti letto, l’azienda evidenzia che «ci sono 16 posti letto a Belluno e 13 a Feltre, superiori ai 20 previsti dal ministero della Salute, che impone un letto ogni 10 mila abitanti. I sei posti di Pieve sono stati riassorbiti nei 29 che la provincia offre ai pazienti psichiatrici in fase acuta e l’assistenza viene garantita su base territoriale. Quindi nessuna riduzione dell’offerta nel nostro territorio». —

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