Mancano palestre per arrampicare

L’allarme degli appassionati: «Quella del palasport è datata, va sistemata»

BELLUNO. La terza edizione dello Street Boulder in programma sabato in piazza dei Martiri ha il compito di promuovere l'arrampicata in una provincia, quella di Belluno, che lamenta la mancanza cronica di strutture o palestre adeguate alla pratica di questo sport.

Se da un lato l'organizzazione curata dall'Asd Party Block si prepara ad accogliere il numero record di duecento partecipanti, la maggior parte dei quali provenienti da fuori provincia, dall'altra l'obiettivo è mantenere alta l'attenzione attorno al movimento dell'arrampicata sportiva che in tutta la provincia di Belluno vanta una sola struttura adeguata, ovvero il palazzetto dello sport del capoluogo, che peraltro si presenta piuttosto datata e per questo motivo poco sicura.

«Parallelamente alla promozione di un evento importante anche a livello turistico per la città di Belluno, intendiamo alzare la voce chiedendo il sostegno delle istituzioni per la creazione di strutture da destinare alla pratica dell'arrampicata sportiva», spiega Daniele Caduco, vicepresidente dell'Asd Party Block, che insieme al presidente della Clymband Belluno Fabio De Cesero porta avanti con convinzione la “battaglia” per lo sviluppo di questo sport in città. «La provincia di Belluno vanta diverse strutture abbandonate, basterebbe adeguare quelle ai nuovi standard imposti, anche in materia di sicurezza».

In quest'ottica fari puntati sul palasport di Belluno, l'unico ad oggi in grado di ospitare sessioni di allenamento di arrampicata sportiva in tutta la provincia. «Ma anche in questo caso bisogna intervenire per garantire ai fruitori la sicurezza necessaria», aggiunge Caduco, «visto che la maggior parte delle prese sono vecchie e usurate così come i pannelli. Anche per questo motivo i corsi che tenevamo con gli alunni delle scuole medie e superiori di Belluno sono stati soppressi».

La mancanza di strutture obbliga gli atleti a sobbarcarsi tanti chilometri per potersi allenare: «Le palestre più vicine sono a Trento, Bolzano o Brunico», conclude Caduco, «anche per questo motivo in tanti scelgono di abbandonare, mettendo da parte sogni di gloria o possibilità di carriera».

È' il caso di Francesco Vettorata di Sedico che, dopo aver preso parte alla Coppa del mondo, ha dovuto fare i conti con la mancanza cronica di strutture sul territorio bellunese, fino a minarne irreparabilmente l'ascesa professionale.

Gianluca De Rosa

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi