Mancano pediatri e medici di base l’Usl in crisi

LONGARONE. Continua l’emergenza medici nell’Usl 1. Il trasferimento di una pediatra e il pensionamento di un medico di famiglia nell’area Longaronese-Zoldana stanno creando problemi agli utenti e...

LONGARONE. Continua l’emergenza medici nell’Usl 1. Il trasferimento di una pediatra e il pensionamento di un medico di famiglia nell’area Longaronese-Zoldana stanno creando problemi agli utenti e alla stessa Usl che sta cercando altre figure professionali per colmare il gap.

La questione di fondo è che non si trovano medici disposti a venire a lavorare in provincia di Belluno, o perlomeno in determinate zone. «Il problema esiste e si farà sentire sempre di più», dice l’ex direttore generale dell’Usl 1, Pietro Paolo Faronato.

Per quanto riguarda il trasferimento della pediatra che serviva i comuni di Longarone, Ospitale e Zoppè di Cadore, Forno di Zoldo e Zoldo Alto, «nessun pediatra si è reso disponibile ad accettare l’incarico nè a titolo definitivo nè provvisorio, e nessuno di quelli presenti nella graduatoria aziendale si è reso disponibile», dicono dall’Usl. Ma nel frattempo l’assenza della pediatra, ha «ulteriormente aggravato la carenza di offerta pediatrica: sono tre le zone carenti su un totale di 10 ambiti territoriali, per complessivi 12 pediatri titolari su 15 previsti. In più alla fine dell’anno scorso è andato in pensione un altro medico dei bambini».

A questo punto l’Usl, non trovando nessuno, è stata costretta a valutare la disponibilità di tre pediatri già con un loro ambito di azione, a venire a rotazione nel Longaronese in un ambulatorio pediatrico da attivare a Longarone per 4 ore settimanali e a Forno per 3 ore, così come sta accadendo già dal 2010 a Caprile e Santo Stefano.

Lo stesso problema si è evidenziato anche per l’andata in pensione di un medico di base sempre nella stessa zona. L’azienda sanitaria ha cercato la disponibilità dei medici residenti nel Bellunese inseriti nella graduatoria regionale e medici non iscritti nella stessa graduatoria, ma nessuno si è reso disponibile. Se non uno soltanto che poi ha revocato la sua risposta affermativa. A questo punto era stato individuato un altro professionista che potesse gestire i 1069 pazienti rimasti senza un medico, e si era fatto avanti un camice bianco, che però, come il precedente ha preferito, dopo poche settimane dalla sua risposta affermativa, revocare l’incarico.

L’Usl era quindi in piena difficoltà se non fosse per l’arrivo provvidenziale di una nuova dottoressa, che non iscritta alla graduatoria regionale, si è detta disponibile all’incarico provvisorio. La speranza è che anche lei non ci ripensi. (p.d.a.)

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