Mancano pediatri in Comelico Situazione critica in Agordino
BELLUNO. Preoccupa sempre di più la carenza di medici specialisti, molti di loro non intendono venire a lavorare in montagna.
Lo sanno bene alcune zone della provincia dove da anni non si riesce a trovare un pediatra. Una figura importante, quella del medico dei bambini, che può fare la differenza per contenere la fuga dei giovani dai territori, specialmente quelli più periferici. A lamentarne la mancanza sono il Comelico e l’alto Agordino.
L’ambito territoriale comprendente Sappada, Santo Stefano di Cadore, San Pietro, San Nicolò, Danta e Comelico Superiore da anni non ha più questa figura medica visto che tutte «le procedure per coprire la zona hanno dato esito negativo, non essendoci alcun medico disposto ad accettare l’incarico», sottolineava ancora la “vecchia” direzione generale dell’Usl 1 al 30 dicembre scorso.
E allora, qui, da qualche anno si è ricorsi a due pediatri di libera scelta che eseguono due accessi a settimana di tre ore ciascuno, nell’ambulatorio del distretto di Santo Stefano, e il cui incarico, vista la necessità, è stato riconfermato per un altro anno.
Stessa cosa succede per l’alto Agordino e i comuni di Alleghe, Colle Santa Lucia, Livinallongo, Selva di Cadore e Rocca Pietore. In questo caso la situazione è più pesante «essendo un territorio fortemente decentrato, in cui risiedono circa 200 bimbi tra 0 e 6 anni», dicono dall’Usl. Dal 2007 anche qui opera un pediatra di libera scelta (che opera in un’altra zona) che compie al massimo 60 accessi a settimana di 4 ore ciascuno. «Per sollevare un po’ il medico, l’azienda sanitaria aveva cercato di contattare anche altri medici che, però, si sono rifiutati». A questo punto è stato riconfermato il suo incarico per tutto il 2016 all’ambulatorio pediatrico di Caprile.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi