«Mancano piazzole illuminate? Ci attiveremo»
PIEVE DI CADORE
Si è parlato del passato, ieri a Pieve di Cadore, ricordando i 30 anni dell’elisoccorso Suem 118, i suoi operatori e i suoi caduti. Ma si è parlato anche delle prospettive che si stanno aprendo con il nuovo Piano Sanitario Regionale, “adottato” dalla Giunta, ma non ancora approvato dal Consiglio.
Tema della discussione il ritardo della partenza del volo notturno. «Il servizio di elisoccorso notturno sperimentale avrebbe dovuto iniziare il primo luglio», ha affermato il direttore generale dell’Usl 1 Dolomiti, Adriano Rasi Caldogno, nel suo intervento durante la manifestazione, «purtroppo non è stato possibile attivarlo perché nella provincia di Belluno non esiste ancora la rete di strutture necessaria per operare in sicurezza».
Una rete che deve essere realizzata con la collaborazione dei sindaci: «Sono loro che dovrebbero predisporre i campi d’atterraggio illuminati e attrezzati con maniche a vento, fari e tutto ciò che serve per rendere più sicura la navigazione e l’atterraggio degli elicotteri».
Questa la conclusione dell’intervento del direttore generale in chiusura della manifestazione organizzata in Magnifica Comunità dalla sezione del Club Alpino Italiano di Pieve di Cadore per ricordare i 30 anni dell’elisoccorso Suem 118. Non si è fatta attendere la replica del nuovo sindaco di Pieve Giuseppe Casagrande, presente anche in veste di coordinatore della manifestazione: «Se questo è il problema, per quanto riguarda il Cadore, mi attiverò subito con i miei colleghi. State sicuri che faremo in modo che tutto quanto di nostra competenza sia fatto nel più breve tempo possibile. L’elisoccorso», ha proseguito rivolgendosi a Rasi Caldogno, «da quanto lei ha affermato è un servizio “salva vita” e quello notturno lo è ancora di più. È indispensabile in una regione montuosa come quella bellunese; qui l’unica cosa che i cittadini chiedono è di usufruire degli stessi servizi di cui godono quelli della pianura. Mi rendo conto», sottolinea, «che è difficile far capire ai consiglieri regionali che, mentre in pianura gli ospedali possono essere raggiunti agevolmente da ogni paese, qui in montagna la cosa è ben diversa: che provino a raggiungere Belluno partendo da Padola».
Prima del direttore Rasi Caldogno c’erano stati gli interventi di Angelo Lino Del Favero, direttore 30 anni fa dell’Usl 1 Cadore, e di Rufus Bristot, responsabile per molti anni del Soccorso Alpino. Nel suo intervento Del Favero, ha ricostruito i tre decenni dell’elisoccorso e le difficoltà che erano state superate grazie all’aiuto dei consiglieri regionali di allora. Ha anche ricordato con molto affetto l’apporto e la determinazione del primario Angelo Costola, che dette vita al servizio provinciale più importante dal punto di vista sanitario. Hanno portato poi le loro testimonianze i soccorritori del Suem 118 e i volontari del Soccorso Alpino che hanno collaborato nelle ricerche e nei recuperi degli infortunati. A tutti loro il merito di aver sviluppato un servizio che oggi è considerato indispensabile. —
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