Mancano presidi, 14 le scuole in reggenza
Quasi raddoppiate rispetto allo scorso anno. La dirigente Possamai: «E nell’ufficio siamo rimasti in 6»
La sede del Centro Servizi Amministrativi, l'ex Provveditorato di Belluno
BELLUNO. Sono 14 le scuole che saranno assegnate in reggenza ai dirigenti scolastici da settembre. Un numero quasi raddoppiato rispetto allo scorso anno.
L’emergenza è dettata dal fatto che in questi anni molti dei presidi sono andati in pensione (quelli di Cesiomaggiore, del liceo Dal Piaz e del Forcellini-Negrelli sono solo gli ultimi in ordine di tempo) e altri hanno chiesto la mobilità (quelli di Santa Giustina e di Pedavena sono tornati a Trento). Nelle prossime settimane il direttore generale nominerà i dirigenti che prenderanno le sedi vacanti. Si tratta delle quattro scuole sottodimensionate di Alleghe (novità di quest’anno), Domegge, Forno di Zoldo e Lamon a cui si aggiungono gli istituti di Mel, Pedavena, Cesiomaggiore, Quero, Santa Giustina, Auronzo, Cencenighe, Trichiana, Polo di Cortina e di Feltre. «Le reggenze sono aumentate», denuncia la dirigente dell’ufficio scolastico di Belluno, Michela Possamai, «nel 2016-2017 erano 8, ora sono 14, di cui quattro rientrano nelle scuole sottodimensionate, scuole a cui quest’anno si aggiunge quella di Alleghe. Una situazione che è destinata ad aumentare con la diminuzione della popolazione bellunese e su cui è necessario ormai iniziare a ragionare perché di sottodimensionamenti ce ne saranno ancora nei prossimi anni», sottolinea Possamai che rileva come «il problema dei presidi pare possa essere risolto con l’arrivo di un concorso, mentre resta ancora aperto quello dei direttori amministrativi generali, i cosiddetti Dsga, che sono sempre meno e per cui non c’è nemmeno all’orizzonte un concorso».
Ma la dirigente del Provveditorato denuncia anche la situazione di grave carenza di personale in cui versa l’ufficio. «Malgrado il ministero dell’Istruzione abbia anticipato i tempi per le nomine, e malgrado siamo ridotti in 6 persone più una che lavora part time, siamo riusciti a far fronte alle scadenze. Il 2 luglio scorso dal ministero è arrivata l’apertura di mobilità e due amministrativi se ne sono andati senza essere sostituiti ma lasciandoci con le poche forze che abbiamo. Il personale sta facendo i salti mortali per garantire il normale svolgimento degli adempimenti considerando che ha oltre 300 ore di straordinario non retribuito ancora dello scorso anno e anche oggi (ieri per chi legge, ndr) e domenica saremo qua, me compresa, per ultimare le procedure necessarie per avviare l’anno scolastico».
(p.d.a.)
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