Manifatturiero, c’è anche chi reagisce

La Surfrigo assume, la Alì acquista, alla Procond cinque sabati lavorativi. Ma troppi sono in difficoltà. Venerdì ad Assindustria sit-in della Fiom contro l’accordo separato di Fim e Uilm. Sul contratto una lettera agli amministratori locali: «È come se la democrazia si fermasse davanti ai cancelli delle fabbriche»
BELLUNO
. Qualche segnale positivo c’è, ma la stagione nera del manifatturiero bellunese continua. Lo si è toccato con mano ieri mattina durante il presidio della Fiom davanti a villa Doglioni Dalmas, sede provinciale di Confindustria. Nel mirino, ancora una volta, il contratto collettivo siglato invece dai colleghi-avversari di Fim e Uilm. Mentre alla Sapa di Feltre c’è aria di cassa integrazione anche per il 2010, alla Surfrigo di Trichiana si sono assunti 4 lavoratori a tempo indeterminato. E in tempi come quelli attuali, questa sembra la vera notizia. Insomma, qualcuno che assume c’è ancora. Certo, troppo poco per parlare di ripresa, ma i dipendenti dello stabilimento si sentono dei graziati.


A dirlo anche Giovanni Garlet delle rsu di fabbrica, che ringrazia l’azienda e sottolinea l’impegno dei quattro colleghi, che da “precari” hanno agguantato il posto fisso.


Ma qualche timido segnale arriva anche da altre imprese, nonostante il quadro continui a essere complessivamente poco incoraggiante. Un esempio giunge dalla Ali di Sedico, dove l’azienda ha manifestato l’intenzione di investire in macchinari. Una buona notizia che si accompagna a quella - certamente meno lieta - della cassa integrazione, attivata il 5 ottobre e che durerà fino al prossimo 16 febbraio.


«Gli investimenti ci fanno ben sperare, anche se non sappiamo cosa ci riserverà il futuro», afferma Mario Strappazzon delle rsu di fabbrica.


Insomma, le notizie sul fronte occupazione, continuano a essere in chiaroscuro. Come alla Procond di Longarone. L’azienda farà ricorso di qui a Natale a cinque sabati di flessibilità per fare fronte a dei picchi di produzione, ma restano ancora immutati i problemi finanziari e di liquidità generale.


Analoga è la situazione alla Sapa di Feltre, dove con ogni probabilità proseguirà anche per il 2010 la cassa integrazione ordinaria, che sta fiaccando le tasche dei lavoratori.

«Mediamente duecento euro in meno in busta paga», raccontano alcuni rappresentanti delle rsu dello stabilimento feltrino.


Resiste, nonostante il calo del diciotto per cento (confermato al nostro giornale dal patron Bellò), la Clivet di Villapaiera, dove si sta dando fondo alle ferie arretrate.

Accanto ai lavoratori, ieri a Belluno, c’erano i rappresentanti di categoria Mauro De Carli, Luca Zuccolotto e Alessandro Da Rugna, che hanno posto l’accento sulla questione del contratto collettivo approvato con l’esclusione eccellente della Fiom. «Il problema adesso è democratico», dicono.


Il contratto, infatti, dovrà essere “votato”, ma dalla votazione sono esclusi i lavoratori non iscritti a Fim e Uilm. «E’ come se la democrazia si fermasse davanti ai cancelli delle fabbriche», si legge in una lettera che la Fiom ha inviato a tutti i sindaci del Bellunese e al Presidente della Provincia.


Il rischio è che si verifichino dei paradossi. Alcuni stabilimenti, come la Pandolfo di Lentiai (interamente in mano alla Fiom), non potrebbero “esprimersi”.

Dagli amministratori bellunesi, i rappresentanti Fiom aspettano una risposta: «A voi chiediamo un parere», continuano, «la democrazia è un diritto assoluto oppure per pochi e solo in certe situazioni?».

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