Manifatturiero, l’export cresce del 12%
Sono i dati del secondo trimestre. Il presidente camerale Pozza: «Bene anche la produzione che segna un +11,8%»
20051129 - ROMA - ECO : OCSE: ITALIA; BENE L' OCCUPAZIONE, MA SERVONO ALTRE RIFORME..Un lavoratore metalmeccanico in una fabbrica di Bologna in un'immagine di archivio dell' 8 luglio 2005. ..L' Ocse esprime una valutazione positiva sulla situazione del mercato del lavoro in Italia, che riflette fra l' altro la messa in regola continua degli immigrati ed il completamento dell' ultima fase delle riforme in questo settore. Per il 2006 e il 2007, peraltro, e' atteso un rallentamento, dal momento che non sono in cantiere ulteriori novita' normative, finalizzare a stimolare la crescita degli occupati...GIORGIO BENVENUTI-ARCHIVIO / ANSA / PAL
BELLUNO. Secondo trimestre più che positivo per l’industria manifatturiera bellunese. Rispetto allo scorso anno nello stesso periodo c’è stato un aumento della produzione del 2.5%, in linea con il dato regionale (+2.6%), mentre rispetto al primo trimestre si evidenzia un robusto balzo congiunturale pari ad un +11.8%. Conseguenza diretta di questi numeri, è la crescita del grado di utilizzo degli impianti che si riporta attorno a un 76,3%. Questo significa che ci sono meno utilizzazioni di ammortizzatori sociali e che, come si è visto nei mesi scorsi, si torna anche ad assumere, seppur magari a tempo determinato o con contratti interinali.
Questo, in sintesi, quanto emerge dall’indagine “Veneto - Congiuntura” realizzata da Unioncamere Veneto: basata su campioni di 100 imprese per la provincia di Belluno (per un totale di 3.600 addetti).
Elemento trainante resta ancora l’export il cui fatturato cresce a due cifre sia rispetto al trimestre precedente sia su base annua (+12,4% la variazione tendenziale). La dinamica positiva del fatturato estero non è solo appannaggio della medio-grande impresa (50 addetti e oltre), come ci si può ragionevolmente attendere, ma anche della microimpresa (5-9 addetti). Accusa, invece, una qualche minore reattività alla crescita la piccola impresa che si colloca fra i 10-49 addetti.
Gli effetti dell’esportazione si riflettono positivamente anche nell’aumento di +9.8% degli ordini dall’estero, rispetto al primo trimestre, e di un +15,7% su base annua. Anche in questo caso, al dinamismo della medio-grande impresa, si affianca quello della microimpresa.
Positiva ad ogni modo anche la raccolta ordini dal mercato interno: +4,2% sul trimestre precedente, +7,6% su base annua. Con estensione dei buoni risultati anche alla fascia di imprese ricomprese fra i 10-49 addetti.
«Finalmente siamo in presenza di numeri nettamente positivi, senza sfumature di incertezza», commenta il presidente della Camera di commercio, Mario Pozza. «È andata bene la produzione, il fatturato è cresciuto a ritmi ancora più sostenuti, grazie soprattutto alla ripartenza della domanda internazionale. E i dati stessi ci dicono che questa componente della domanda resterà sostenuta anche per i prossimi mesi: infatti, la raccolta ordini dall’estero è cresciuta del +9,8% a Belluno rispetto allo scorso trimestre».
«La cosa ancor più interessante che emerge dai dati – evidenzia Pozza – è l’estensione dei buoni risultati a tutti i comparti del manifatturiero. Se guardiamo, infatti, ai dati regionali, ancora più solidi statisticamente parlando, basati su quasi 1.500 interviste, le vendite si attestano su un trend annuo del +3,5% sia per i beni di investimento, sia per i beni intermedi, sia per i beni di consumo. Anche la micro impresa (5-9 addetti) ottiene risultati analoghi sui beni di investimento. Giusto una più lenta reattività al ciclo permane nella micro impresa legata ai beni di consumo e ai beni intermedi. Ma è davvero interessante», ci tiene a sottolineare il presidente, «questa performance della micro impresa focalizzata nelle tecnologie».
«Certo», conclude Pozza, «la politica economica dovrà fare il possibile per massimizzare i benefici di questa fase positiva della congiuntura internazionale, almeno finché dura. Migliorano le stime nazionali sul Pil di qualche “zero-virgola”, e questo non può che farci piacere. Resta tuttavia significativa la nostra minore velocità di crescita, come sistema Paese, rispetto agli altri partner europei (come Germania e Spagna) , che rischia di non essere sufficiente per risolvere i malanni che ci portiamo dietro dalla crisi. Il vero problema che vedo all’orizzonte», conclude il presidente camerale, «è l’imminente ciclo elettorale: nella migliore delle ipotesi, rischiamo solo di perdere tempo».
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