Manifatturiero, produzione ok

Anche il terzo trimestre registra un segno positivo. A tirare di più è l’export

BELLUNO. Per il terzo trimestre consecutivo l’indice della produzione industriale provinciale registra il segno positivo nel campo del manifatturiero, posizionandosi al di sopra della media veneta, anche se in contrazione rispetto al periodo aprile-giugno.

È questo l’esito dell’indagine di “Veneto Congiuntura” su imprese con almeno due addetti, secondo quanto riferisce la Camera di Commercio di Belluno. «Dopo un primo e un secondo trimestre all’insegna del più, anche il terzo si è confermato positivo, con la variazione tendenziale della produzione che ha chiuso con un +0,7%, al di sopra della media regionale. È un risultato che fa ben sperare per Belluno, che si colloca a metà delle province venete, preceduta da Venezia, Treviso e Vicenza.

Il fatturato è cresciuto dell’1,5%, sintesi di un +3,3% di fatturato estero e un +0,9% di quello interno, positivo per la seconda rilevazione consecutiva. Anche in questo caso la variazione congiunturale è in calo (-1,5%). Si registra una crescita degli ordini totali (+1,9%: +5,8% dall’estero e +0,5% del mercato interno). Anche l’occupazione ha palesato una crescita rispetto allo scorso anno dello 0,8%, anche se il dato potrebbe essere legato ad assunzioni a termine.

«I dati», commenta il presidente Luigi Curto, «ci dicono come la riapertura dopo l’estate sia stata dura, ma decisamente migliore dell’anno scorso e al di sopra della media regionale. Ancora una volta sono i valori legati al commercio estero a fornire i dati migliori. Possiamo affermare che ci sono dei segnali di ripresa, ma prima di parlare di uscita dalla crisi in provincia è obbligatoria una certa cautela. È opportuno ribadire che tali dati riguardano solamente il manifatturiero e che altri comparti dell’economia bellunese mostrano evidenti segni di sofferenza, come l’edilizia e il commercio, con risvolti sull’occupazione molto preoccupanti. Le nostre imprese sono vocate all’export e su questo settore ci sono segnali di ripresa seppur deboli: è fondamentale che le imprese le sappiano cogliere».

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