«Maratona, alberghi vuoti sul versante bellunese»

La gran parte dei ciclisti alloggia in Alto Adige, proteste dal passo Pordoi. Ma il sindaco di Livinallongo: «A Campolongo non è così. Migliorie da fare»

LIVINALLONGO. Il successo della "Maratona dles Dolomites", con 10 mila partecipanti su 33 mila che avevano chiesto d'esserci, ha un rovescio della medaglia che viene mal digerito da chi ritiene chi i costi siano troppo alti. L'ingegner Stefano Illing ha calcolato che la chiusura del passo Falzarego e della strada fino al Giau segnerà un deficit di almeno 50 mila euro, il mancato introito di impianti e ristoranti.

Un prezzo altissimo che gli operatori hanno deciso di pagare, una volta l'anno, in cambio della promozione tra la diretta televisiva e le diverse promozioni, ma che «basta ed avanza». Dall'altra parte della valle, sul Pordoi, Osvaldo Finazzer, titolare di due alberghi, fa qualche ragionamento in più. «L'importo dell'iscrizione è di 90 euro, con gadget di pantaloncini, maglietta e gillet per bici, a tema. Nulla da obiettare, perché l'organizzazione è perfetta, persino nella raccolta dei rifiuti. È anche vero, però, che noi sul Pordoi non abbiamo ricevuto una prenotazione e ben poche ce ne sono state negli alberghi del versante bellunese. Non è che la Val Badia si trattiene tutti i 9 mila?».

 

La polemica non manca. Ma in parte è davvero fondata. I cartelli stradali di chiusura dei passi avvertivano i turisti già a Mas, sopra Belluno. «Al Pordoi e ad Arabba le strade erano libere già dalle 9.30 - 10 del mattino, ma con quei cartelli dove gli orari di riapertura erano scritti in caratteri troppo microscopici - protesta ancora Finazzer, coordinatore del Comitato degli operatori dei passi Dolomitici -, nessun automobilista si è azzardato a salire«. Il risultato? A mezzogiorno si potevano contare sulle dita della mano i clienti del bar pasticceria Savoia e del ristorante Savoia e della terrazza esterna. Al parcheggio del ristorante Maria solo un autobus.

«Il nostro personale è rimasto tutto il giorno con le braccia incrociate - riferisce Finazzer -. Ho telefonato al passo Gardena, ho chiesto come è andata e mi hanno risposto che hanno fatto riposo. Il colmo è che ancora adesso, alle 18, in valle, a bordo strada, sono esposti i cartelli con il divieto».

Nessun contesta la maratona e le sue ricadute. Anche Walter De Cassan, presidente provinciale di Federalberghi, con hotel a Livinallongo, riconosce che «questa è un'istituzione» e che, come tale, va salvaguardata, anche perché «resta un'opportunità per le Dolomiti», per il richiamo mondiale che ha. Certo è che l'organizzazione deve tener conto, «più puntualmente», di chi lavora e, di conseguenza, alleggerire i problemi, per esempio, informando meglio sulla chiusura delle strade, dei passi. E, magari, anche distribuendo meglio nel territorio gli appassionati.

«Se non era per le proteste del sottoscritto, ancora qualche anno fa, la Maratona si qualificava come territorio della Badia, da dove non scappava nemmeno un posto letto» confessa De Cassan. Era il pomeriggio di ieri, verso le 18, quando intercettavamo il sindaco di Livinallongo, Leandro Grones, sul passo Campolongo. «Vi faccio la cronaca in diretta di quanto vedo - ci informa -. I parcheggi degli alberghi e dei bar e negozi sono strapieni. Vedo targhe slovene, del Belgio, austriache, ungheresi, oltre che italiane. Conto uno, due, tre, 10 mezzi della Rai, Che vogliamo di più? Sabato Arabba registrava quasi il tutto esaurito. E qui siamo in territorio bellunese, di Livinallongo».

Gli albergatori ed i ristoratori dei passi - riferiamo - si sono lamentati perché nella diretta televisiva si è teorizzata la chiusura ad ore delle strade dei passi. «Stiano tranquilli. I sindaci dei quattro Comuni interessati hanno chiesto espressamente alle Province perché non vi sia alcuna interruzione del traffico. Certo, dobbiamo trovare migliorie perché convivano auto, moto, pullman, biciclette» conclude Grones, che è anche assessore provinciale. E soprattutto, dalla parte bellunese, forse occorre attivarsi di più per non essere esclusi dai benefici che la Maratona riversa sull’Alto Adige.

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