Marchio Tre Cime, ora la Pusteria frena

AURONZO. Tale è stato il pressing mediatico e politico sul Consorzio dell'Alta Pusteria, per aver licenziato il nuovo logo Drei Zinnen, senza fare i conti con i colleghi operatori di Auronzo che adoperano lo stesso marchio (ma in italiano), che da San Candido e da Dobbiaco si è subito proposto l'armistizio, prima ancora che sulle Tre Cime scoppiasse la terza guerra mondiale. In gran segreto, i responsabili del marketing pusterese si sono fatti sentire con il Consorzio di Auronzo ed hanno proposto che, sempre in gran segreto, sia organizzato un incontro ristretto per chiarirsi un po' le idee e promuovere, ancora una volta in gran segreto, un vertice politico. Nel frattempo, nessunissima dichiarazione da “oltre frontiera”. Una ventina di telefonate ed il tambureggiare delle mail hanno lasciato imperterriti gli interlocutori che non hanno neppure risposto se hanno qualcosa da dire o no.
Lo ha fatto, inconsapevolmente, il sindaco di Dobbiaco, Guido Bocher, che intrattenendo ottimi rapporti con Auronzo e Cortina non ha nessun timore di esporsi. E che è il primo, dalla Val Pusteria, ad invitare i suoi ad essere per lo meno più prudenti e, in ogni caso, a dire che condivide la proposta dell'assessore regionale al turismo del Veneto, Federico Caner, di ritrovarsi attorno ad un tavolo per verificare come organizzare una comune promozione delle Tre Cime e del patrimonio Unesco, magari utilizzando una parte delle risorse che i fondi Odi destinano appunto alla Fondazione Unesco. Un'opportunità subito raccolta da Marcella Morandini, segretaria della Fondazione, che ribadisce: «La ricerca di comuni strategie è proprio ciò che vogliamo».
Come il sindaco di Dobbiaco, anche quello di Auronzo, Daniela Larese Filon, condivide questa opportunità, ritenuta provvidenziale negli ambienti vicini allo stesso Comitato turistico di Auronzo, Misurina e Tre Cime. Comitato che, dopo aver ricevuto la telefonato da San Candido, si è ripreso d'animo e avverte in misura meno dolorosa il senso del tradimento. Tradimento perché da ben tre anni gli operatori dei due Consorzi si parlavano e cercavano di mettere insieme le strategie dell'intervento promozionale. Da qualche tempo, però, ai piedi della parete sud delle Tre Cime si avvertiva che la collaborazione non riusciva a “quagliare”, insomma che non si riusciva a quadrare il cerchio. La comunicazione del nuovo marchio ha svelato gli altarini e la reazione è stata pesante, fino alla minaccia di adire alle vie legali. Minaccia, però, che la stessa Regione Veneto, prima con Caner e poi con l'assessore Giampaolo Bottacin, ha provveduto a disinnescare. Non resta, dunque, che aspettare l'esito dell'incontro di pacificazione.
Anche perché l'immediato futuro richiede un'ampia cooperazione. Come lanciare, ad esempio, una regione dolomitica che mette insieme il comfort alberghiero della Val Pusteria e le seconde case delle valli bellunesi. Come raccordare le Tre Cime con Venezia, una delle capitali del turismo mondiale. E ancora: come promuovere un'offerta di turismo naturalistico, in attesa che il treno delle Dolomiti mandi in garage un bel po' di macchine.
Tutti temi affrontati nei colloqui bilaterali, da qualche giorno in paralisi.
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