Marcia per la pace, il Vescovo: «La sicurezza è convivenza»
BELLUNO
«La vera sicurezza è la convivenza». Le parole dette dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio di fine anno alla nazione hanno colpito il Vescovo Renato Marangoni. Tanto da sceglierle come apertura del suo intervento alla Marcia della pace, l’iniziativa voluta da Paolo VI nel 1968 e che ogni anno porta in piazza anche i bellunesi a riflettere sul tema della pace. A chiamare a raccolta la comunità, ieri sera, è stata la Caritas diocesana, con la collaborazione di associazione come Libera, Insieme si può, Scuole in rete. . Il tema, quest’anno, era impegnativo: “La buona politica è al servizio della pace”. E «buona politica», secondo il Vescovo cui è spettato il compito di chiudere l’elenco degli interventi, dal sagrato del Duomo, «è quella che costruiamo noi stessi, giorno per giorno. Il nostro pensiero, elaborato e confrontato, diventi azione politica». Un esempio di questo modo di agire lo si è avuto dopo il 29 ottobre: «C’è stata una gara a ricostruire quanto era stato distrutto», ha aggiunto il Vescovo. «Smettiamo di delegare, diventiamo protagonisti e ripensiamo il nostro stare insieme». Un appello alla fratellanza, quello di Monsignor Marangoni, che non ha dimenticato di ricordare Giancarlo Bigi, l’uomo morto a Levego in una situazione di disagio sociale «e non ancora tumulato». Fratellanza ma anche convivenza. «La vera sicurezza, come ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è la convivenza», ha concluso il Vescovo. «Riprendiamo fiducia gli uni negli altri, per costruire un mondo di pace».
Un ruolo importante, in questo percorso, lo hanno anche i Comuni, come ha illustrato l’assessore Marco Perale. Il quale ha calibrato tutto il suo intervento sul tema dei diritti: «La buona politica è quella che garantisce diritti a tutti. Non favori. Oggi ci pare che togliere diritti a qualcuno non sia un problema, ma bisogna stare attenti: questa impalcatura è come quella di un castello di carte, basta sottrarne una perché tutto crolli». La buona politica, ha concluso Perale, «è quella che tratta tutti allo stesso modo. Quella che non alza muri, ma allarga la tavola».
Dai giovani, rappresentati dallo studente Simone Garavana, è arrivato invece un appello, alla politica: «Favorisca il dialogo, non pensando agli interessi di pochi ma a quelli di tutti». Buona politica è quella che costruisce la pace, «pace che oggi diamo per scontata». Buona politica è quella che lavora per tutelare le risorse dallo sfruttamento.
I giovani sono preoccupati, vedono una corsa al riarmo da parte di molti stati, assistono alla nascita di nuovi nazionalismi, alle guerre che uccidono, soprattutto i civili. Anche loro si appellano alla buona politica. Per un mondo migliore. Un mondo di pace. —
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