Marciapiede: i privati ricorrono a Mattarella
FORNO DI ZOLDO. Non c’è pace per i marciapiedi. Anche per quello di Forno che va dalla curva dei “Quaranta” al palaghiaccio è stato presentato un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, a Roma.
Interpellato, il sindaco Camillo De Pellegrin risponde con tranquillità alla domanda. «Prendo atto del ricorso con tranquillità», le parole del sindaco di Forno, «anche perché sono state esperite tutte le procedure conformi al dettame della legge. Il ricorso è una cosa assurda visto anche l’importanza dell’opera. Soprattutto ritengo che l’opera sia valida e di grande pubblica utilità. La gente può camminare con sicurezza e le mamme possono camminare senza pericolo con le loro carrozzelle».
Il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica è stato presentato dall’avv. Primo Michielan di Mogliano Veneto per conto di Davide Lazzaris e Giovanna Ros (marito e moglie), residenti a Forno, contro il Comune, contro la Provincia di Belluno nonché contro Veneto Strade. Il ricorso è avverso e per chiedere l’annullamento del progetto definitivo dei lavori che riguardano il «miglioramento della sicurezza mediante realizzazione di percorso pedonale protetto nel tratto compreso tra le progressive km.121+300 e km 121+900 in comune di Forno di Zoldo» nonché di ogni altro atto connesso; della determinazione dell’indennità provvisoria di esproprio e contestuale disposizione di occupazione d’urgenza preordinata all’espropriazione e atti relativi.
Nel merito, i due privati Lazzaris e Ros sono comproprietari in parti uguali dei mappali catastalmente censiti, presso il Comune di Forno di Zoldo e relativi al piazzale con sottostante garage interrato; al percorso esterno della strada provinviale 251 con accesso al fabbricatoLlazzaris in condominio “Ferrara; del piazzale utilizzato da quest’ultimo per l’attività artigianale di deposito e trasporto bibite.
Nella questione di diritto, nel ricorso si spiega che vengono ritenuti illegittimi i provvedimenti che portano all’esproprio per la costruzione del marciapiede, benchè opera pubblica. Quindi si è deciso di impugnare tutto per due motivi: contro l’approvazione del progetto definitivo del percorso pedonale, con la contestuale dichiarazione di pubblica utilità; e contro il decreto di occupazione d’urgenza.
«L’approvazione del progetto definitivo con dichiarazione di pubblica utilità», si afferma nel ricorso, «è affetto da vizi per la violazione di legge», ma si enunciano anche alcuni “eccessi di potere”: quello per «per carenza di istruttoria, illogicità e violazione del principio di proporzionalità», anche in relazione «all’azione espropriativa intrapresa» e «dei canoni di economicità ed efficacia. Per quanto riguarda il decreto di occupazione d’urgenza c’è eccesso di potere per travisamento del fatto e difetto di motivazione in base all’art. 22 bis della legge n.327 del 2001». Per questi motivi, i proprietari chiedono che siano annullati i provvedimenti e che sia anche nominato un consulente tecnico d’ufficio o che si attui una perizia che accerti lo stato dei luoghi e gli stessi spazi, in relazione al progetto. Quindi che sia valutato se siano possibili soluzioni tecniche alternative migliorative, meno gravose per i ricorrenti e senza considerevole aggravio di costi per le casse pubbliche.
Mario Agostini
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