Marco non stava bene da tempo, è attesa per l’esito dell’autopsia

L’esame autoptico sul corpo del bambino di tre anni di Valle di Cadore è slittato di qualche giorno. Il procuratore Luca: «Ora non siamo in grado di dire se ci siano responsabilità» 

VALLE DI CADORE.

Marco aveva mal di pancia da tempo. Era almeno un anno che il piccolo di Valle di Cadore soffriva di quei dolori addominali, che giovedì mattina gli sono costati la vita, nella sua casa di via Chiemis. Nel dicembre del 2018, era stato ricoverato per qualche giorno nel reparto di Pediatria dell’ospedale San Martino di Belluno, mentre lo scorso luglio aveva fatto un accesso al Pronto soccorso, mentre era in vacanza a Bibione, insieme alla mamma Silvia.

Aveva soltanto tre anni e da un po’ era seguito da un pediatra, che monitorava il suo stato di salute. Ma evidentemente nessuno si aspettava ciò che è successo all’inizio di quello che doveva essere il suo secondo giorno di asilo, alla scuola per l’infanzia Maria Ausiliatrice di via XX Settembre. Le cause della sua morte sono senza dubbio naturali, ma sarà necessaria l’autopsia, per accertare quelle precise. L’esame autoptico era stato fissato, in un primo momento, per ieri mattina, in realtà è slittato di qualche giorno e potrebbe svolgersi indicativamente tra martedì e mercoledì, al San Martino. Ufficialmente il sostituto procuratore Marta Tollardo non ha ancora conferito l’incarico all’anatomopatologo di fiducia, nel frattempo ha aperto un fascicolo, senza ipotesi di reato e senza indagati. Anche la famiglia potrà nominare un consulente.

I carabinieri della Compagnia di Cortina stanno raccogliendo tutta la documentazione medica e in Procura sono in corso delle valutazioni preliminari: «In questa fase, non possiamo che essere agnostici, in altre parole siamo costretti a sospendere il giudizio, in attesa di avere in mano elementi chiari e soprattutto il risultato dell’autopsia, che non siamo ancora in grado di dire quando sarà», spiega il procuratore Paolo Luca, «il ventaglio di ipotesi è ampio e, per il momento, l’unica che si può del tutto escludere è quella dolosa. Il bimbo conviveva con questo problema ormai da qualche tempo ed era stato curato in ospedale o in Pronto soccorso. Non siamo ancora nelle condizioni di dire se ci siano delle responsabilità oppure no per il suo decesso. È presto per arrivare a qualsiasi tipo di conclusione».

Mercoledì mattina Marco era stato accompagnato per la prima volta all’asilo: due ore di ambientamento, tanto per cominciare a conoscere la direttrice suor Franca, le altre educatrici e i suoi nuovi amici. A guardarlo stava bene e, quando è tornato a casa, ha continuato a giocare fino all’ora di cena, poi è stato messo a letto. Giovedì si è svegliato ed era pronto per il secondo giorno, quando si è sentito male e la situazione è precipitata, nel giro di pochi minuti. Mamma Silvia ha chiamato il 118 e sono arrivati il più velocemente possibile l’ambulanza e l’elicottero dall’ospedale Giovanni Paolo II di Pieve di Cadore. Per circa un’ora, i sanitari hanno cercato di rianimare il bambino, ma non c’è stato niente da fare e il medico legale non ha potuto fare altro che constatare il decesso e informare il magistrato di turno.

Il corpo di Marco è stato trasferito all’ospedale di Belluno, perché a Valle non c’è una struttura adeguata. All’inizio della prossima settimana, ci sarà l’autopsia, che dovrà dare tutte le risposte che si aspettano i familiari e anche la magistratura. Dopo di che potrà essere fissata la data dei funerali. Intanto, il giorno dopo la tragedia, a Valle di Cadore, quello che è accaduto in una mattina d’estate sembra ancora più inaccettabile. —


 

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi