Marcolin punta sulla formazione. «Bene Politecnico e la Scuola Luiss»

L’Ad Massimo Renon spiega progetti e aspettative. «2020 anno di consolidamento». Top secret altri 2 marchi

BELLUNO. Per Marcolin chiusura positiva dell’anno; in arrivo a breve altri due accordi di licenza; piena fiducia nell’Anfao e nella guida di Giovanni Vitaloni; grandi aspettative sia sul Politecnico internazionale dell’occhiale, lanciato da Certottica, che sulla Luiss Business School, che sta sbarcando a Belluno.

Massimo Renon, amministratore delegato di Marcolin Spa, allarga l’orizzonte, affrontando in questa intervista tutte le questioni che investono il mondo dell’occhialeria; e si dice sicuro che con Thélios, la joint venture che Marcolin (49%) ha stretto con il colosso Lvmh (51%), ci saranno ottimi spazi di collaborazione.

Renon, classe 1970, è originario di Agordo ed ha quindi gli occhiali nel suo Dna. Anche se, dopo la laurea in Scienze Politiche con specializzazione in Business Management presso la SDA Bocconi e la Columbia University di New York, ha iniziato la sua carriera in Giacomelli Sport.

È nel 2000 che entra a far parte del gruppo Luxottica, lavorando prima all’estero e poi, dal 2005, ricoprendo il ruolo di Wholesale Coordinator e successivamente Region Director New Europe.

Nel 2010 entra nel gruppo Ferrari a Maranello, con il ruolo di Global Head of Sales and After Sales, inglobando la responsabiliTà delle Classic Cars e delle Corse Clienti. Passa poi in Safilo e più recentemente al Gruppo Kering, dove ha partecipato alla costituzione e start up della divisione Eyewear.

Nel gennaio 2017 entra a far parte di Marcolin Group dove è nominato general manager commerciale mondo e quindi Ceo del gruppo dall’ottobre 2017.

Partiamo proprio da Thélios: nessuna sovrapposizione? Non rischiate di pestarvi i piedi?

«Assolutamente no. La nascita di Thélios è una grande opportunità alla quale abbiamo contribuito con soddisfazione. Ed i primi mesi di operatività dimostrano il successo di questo disegno. Siamo orgogliosi perché Marcolin è stata scelta come azienda partner per sviluppare il settore degli occhiali da parte di un colosso come Lvmh, che vale 50 miliardi di euro di fatturato nel mondo del lusso. Ed è proprio grazie anche alle nostre strutture ed alla nostra esperienza che Thélios è partita e si è già affermata».

Non vi contenderete, dunque, i marchi sul mercato?

«Thélios nasce per convogliare in sé, progressivamente, tutti i marchi del gruppo Lvmh; gli altri brand che non fanno parte di quel gruppo, e che dovessero essere considerati da noi interessanti, saranno oggetto di grande attenzione da parte nostra».

Marcolin ha in portafoglio attualmente Tom Ford, Bally, Moncler, Sportmax, Ermenegildo Zegna, Victoria’s Secret, Victoria’s Secret PINK, Roberto Cavalli, Atelier Swarovski, Tod’s, Emilio Pucci, Swarovski, Dsquared2, Guess, Diesel, Just Cavalli, Covergirl, Kenneth Cole, Timberland, Gant, Harley-Davidson, Marciano, Catherine Deneuve, Skechers, Candie’s, Rampage, Viva, Marcolin e Web. Nel 2018 l’azienda ha venduto circa 14,6 milioni di occhiali per un fatturato di euro pari a 482,22 milioni di euro (+2,8% sul 2017).

Anche il 2019 sarà in crescita?

«Sì, ci aspettiamo di chiudere positivamente questo anno, anche se il contesto generale non è certo facile; inoltre abbiamo avuto una discontinuità di collaborazione con due marchi come Mont Blanc e Balenciaga. Comunque in questo 2019 abbiamo rinnovato sei accordi ed a breve ne annunceremo due nuovi».

L’azienda cresce, aumenterà anche il personale?

«Il 2020 sarà un anno di consolidamento. Non va dimenticato che abbiamo effettuato 220 assunzioni negli ultimi due anni».

I numeri del personale parlano di 1950 addetti a livello globale, di cui 924 in Italia. A questo proposito, quanto è importante la formazione?

«È senz’altro fondamentale, sia quella tecnica che quella riservata alla struttura manageriale di alto livello. Non a caso abbiamo aderito con grande favore al Politecnico internazionale dell’occhiale lanciato da Certottica, proprio per garantire quella formazione tecnica oggi indispensabile; e con altrettanta convinzione facciamo parte delle aziende che sostengono il progetto della Luiss Business School, presentato recentemente da Confindustria Belluno Dolomiti».

Sempre a livello di sistema voi fate parte di Anfao, che recentemente ha subito uno scossone con l’abbandono di Luxottica. Qual è la vostra posizione? «Anfao ci rappresenta e ne facciamo parte convintamente, anche se ovviamente dobbiamo anche capire adesso la nuova configurazione dopo l’addio di Luxottica. Penso che Giovanni Vitaloni stia facendo davvero un buon lavoro, ed è una cosa certamente non banale in questo periodo, perché il mercato, specialmente domestico, non è facile». —


 

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