Marijuana in casa: in Cadore si indaga su una rete di spaccio
PIEVE DI CADORE. È in programma oggi l’udienza di convalida dell’arresto per il 25enne V.S., il giovane di origini albanesi ma da tempo residente in Cadore trovato con una serra di marijuana nel suo appartamento vicino a piazza Tiziano.
Il giovane dovrà rispondere di coltivazione domestica di sostanze stupefacenti (ma si configura, ovviamente, anche il reato di spaccio), mentre sono ancora da chiarire le posizioni del padre e della fidanzata, che vivevano con lui e già ascoltati come persone informate sui fatti. Entrambi, tuttavia, sono già stati scagionati (anche se rischiano ugualmente il favoreggiamento) dalle prime dichiarazioni fornite ai carabinieri dal 25enne “coltivatore”, che si è assunto in toto la responsabilità della produzione clandestina.
Una coltivazione a ciclo e altamente professionale quella che il giovane era riuscito ad occultare, tra le intercapedini dell’abitazione, nella stanza segreta ricavata al piano terra del piccolo condominio, adiacente al garage di pertinenza dell’appartamento, da cui era separata da alcuni paretini e pannelli rimovibili.
Alla cannabis i carabinieri della stazione di Pieve di Cadore ci sono arrivati per caso. Nell’ambito delle indagini legate ad alcuni furti registrati l’anno scorso nella piscina comunale del centro cadorino, i militari stavano procedendo alla perquisizione dell’abitazione del giovane albanese quando, dopo il rinvenimento della refurtiva (consegnata spontaneamente dal 25enne) il forte odore di “maria” ha attirato la loro attenzione. Tolto lo specchio all’ingresso di una delle camere, i carabinieri hanno scoperto l’intercapedine che occultava una botola che, tramite una scala, dava accesso a una stanza sottostante, una ventina di metri quadrati suddivisi in due ambienti, dove era in funzione una vera e propria serra clandestina, dotata di tutto il necessario per i vari stadi della coltivazione della marijuana: teli di plastica per dividere e isolare gli ambienti utilizzati per i vari stadi della maturazione dell’erba. Rinvenuti anche fertilizzanti, lampade per il riscaldamento e l’illuminazione, fari alogeni, un dispositivo per regolare la temperatura della miniserra, un dispositivo per controllare il ph del terreno e una piccola scaffalatura attrezzata per l’essicazione della marijuana, oltre a un dispositivo per termosaldare i sacchetti dove sarebbe stata confezionata la droga una volta raccolta.
L’ipotesi più credibile, in questo stadio delle indagini, è che il 25enne possa essere al vertice di un mercato della droga attivo in Cadore, forse anche a più zone della provincia, ma spetterà agli inquirenti stabilire a chi cedeva la marijuana. (ma.ce.)
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