Marijuana nelle mutande è arrestato dalla polizia

Un ghanese è processato per direttissima per resistenza e lesioni aggravate L’uomo era stato intercettato giovedì mattina alla pattuglia per un controllo 



Droga nelle mutande. Un cittadino ghanese è stato arrestato dalla polizia giovedì mattina, in via Lungardo. Processato per direttissima in tribunale, Mohammed Sulayman ha patteggiato cinque mesi e dieci giorni di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate a due poliziotti, prima di essere rimesso in libertà. L’arresto è stato convalidato, ma per il 23enne che vive in città non ci sono misure cautelari da osservare. Nessuna firma in questura, nessun obbligo di allontanarsi da Belluno e provincia. In prima battuta, il pubblico ministero D’Orlando aveva pensato al divieto di dimora, ma in realtà non l’ha chiesto al giudice per le indagini preliminari Scolozzi e la seduta è tolta.

L’altro ieri, in tarda mattinata, la volante della polizia stava facendo un normale controllo di prevenzione, nella più immediata periferia cittadina. I due agenti hanno notato Sulayman e si sono avvicinati, per capire se era tutto a posto. L’uomo ha tirato fuori un documento e un regolare permesso di soggiorno, ma secondo una prima ricostruzione ha tradito fin da subito un certo nervosismo. In più, aveva cercato di cambiare strada, verso via Caduti Ponte San Felice. La successiva verifica alla banca dati delle forze di polizia ha permesso di scoprire che aveva almeno un precedente per stupefacenti, localizzato nel Feltrino.

I poliziotti hanno deciso di fare una perquisizione, con tutte le garanzie necessarie per l’indagato ed è in questo momento che l’uomo ha cercato di liberarsi di un piccolo involucro, che nascondeva all’altezza dell’inguine, nella parte interna dei boxer. Non sarà difficile capire che si trattava di sette grammi di marijuana, dopo un attento controllo. C’è stata una colluttazione ed entrambi gli agenti sono stati colpiti con calci e pugni, prima che ai polsi di Sulayman scattassero le manette e l’uomo fosse portato in una cella del carcere di Baldenich, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Mentre i due feriti sono andati al Pronto soccorso dell’ospedale San Martino, dove i medici hanno refertato loro lesioni personali per una prognosi di sette giorni, Sulayman ha passato la notte in prigione e ieri mattina è stato accompagnato a palazzo di giustizia dagli agenti della polizia penitenziaria. All’ultimo momento, l’avvocato bellunese Ghezze ha sostituito la collega padovana di fiducia Bozzoli e si è cominciato. Nel corso dell’udienza, sono stati ascoltati entrambi gli operatori, che hanno spiegato tutto quello che è successo, nel giro di pochi minuti: dall’avvistamento all’arresto.

Il difensore aveva già concordato la pena con il pubblico ministero e se l’è vista applicare dal giudice Scolozzi: cinque mesi e dieci giorni. L’imputato è stato scarcerato e ha potuto tornare a casa. Vista la modica quantità, non gli è stata contestata la detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Non ci sono neanche misure cautelari da osservare, a parte che il divieto di dimora, come minimo a Belluno, era più di un’idea. —



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