Mario Tonina nuovo presidente della Fondazione Dolomiti Unesco
BELLUNO. “Avverto forte la responsabilità e l’orgoglio che mi vedranno alla presidenza della Fondazione Dolomiti UNESCO a partire dal primo ottobre, cercando di riservare la necessaria attenzione e sensibilità che la straordinaria bellezza di questo bene naturale richiede. Molto è stato fatto in questi anni e dobbiamo continuare a lavorare per tradurre sempre di più le opportunità del riconoscimento UNESCO nella vita quotidiana di chi abita le Dolomiti.”
L’assessore all’ambiente della Provincia Autonoma di Trento Mario Tonina sceglie il terzo Forum Dolomiti UNESCO, ospitato al Centro congressi di Sesto Pusteria, in Alto Adige, per anticipare le linee guida del suo mandato alla guida della Fondazione, un impegno che il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento perseguirà avendo tre obiettivi: la responsabilità, appunto, di “mantenere integro questo sito per trasmetterlo alle generazioni future”, ma anche una governance comune intesa come gioco di squadra che sappia fare “ritrovare quel senso di condivisione che è alla base del riconoscimento stesso” e, terzo obiettivo, la “consapevolezza” del significato e delle opportunità offerte da tale riconoscimento.
“Quanti, in questi 10 anni, hanno davvero compreso il significato e le opportunità di un simile riconoscimento?” si è chiesto Tonina intervenendo alla tavola rotonda assieme all’assessora provinciale altoatesina all’Urbanistica, tutela del paesaggio e beni culturali Maria Hochgruber Kuenzer, il professor Paolo Gianolla e l’architetto Cesare Micheletti.
“Vedo indubbiamente segnali positivi, a partire dai 66 gestori dei rifugi all’interno del bene, che lavorano sempre più insieme, oltre i confini anche grazie all’opera della Fondazione. Mi piacerebbe che le persone si rendessero finalmente conto dell’eccezionalità del Patrimonio che hanno in custodia, e si attivassero per declinare questa eccezionalità a tutti i livelli.
"Significa, ad esempio, fare in modo che i prodotti di qualità dell’agricoltura dolomitica trovino filiere nelle strutture ricettive. Sono certo che se un ospite incantato dalle Dolomiti assaggia uno dei nostri formaggi di malga, e magari se ne porta a casa un pezzo, porterà con sé la straordinaria bellezza di questo territorio e delle sue genti, dal Brenta al Friuli. Questo significa fare rete, questo significa fare dell’eccezionalità il comune denominatore del nostro agire. Con ricadute economiche non indifferenti, tra l’altro”.
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