Marito geloso e violento vieta anche la minigonna

DESTRA PIAVE. Vietata la minigonna. Lui era talmente geloso da non sopportare che un altro guardasse le gambe della moglie. Per questo motivo, le imponeva i vestiti da comprare e indossare. Ma ci sono anche cose molto più gravi nel capo d’imputazione di un 41enne feltrino, che è difeso dall’avvocato Pieluigi Cesa: maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e violazione degli obblighi di assistenza familiare, anche nei confronti delle due figlie, che nel 2012 erano minorenni. Accusava la donna di non essergli fedele e di essersi appartata di notte, tra gli altri anche con l’istruttore della palestra. Cosa che entrambi hanno negato, durante un incontro organizzato apposta, per cercare d’incastrarli.
Per contro, la psicoterapeuta trevigiana sentita ieri dal pm Sandra Rossi e dal giudice Antonella Coniglio ha descritto la paziente come una donna emotiva e con la tendenza a ingigantire. Durante quel matrimonio burrascoso, entrambi si sono rivolti alla dottoressa: raggiungevano l’ambulatorio insieme, ma entravano separati. L’imputato ha ammesso gli insulti, ma non le botte. Se c’è una parte offesa, questa sarebbe lui. Come quella volta che gli è arrivato un piatto e quell’altra che è stato affrontato con un coltello da cucina. Se ha mai lanciato qualcosa contro la donna? Al massimo, può aver scagliato a terra un barattolo di marmellata. Le due figlie hanno difeso di padre, escludendo i colpi, eppure le accuse sono dettagliate. Anche in stato di ubriachezza e in preda alla gelosia, avrebbe maltrattato le tre donne, infliggendo loro violenze fisiche e psicologiche. Offese alla moglie riguardanti la moralità; minacce di fargliela pagare; schiaffi e pugni, da provocarle lesioni; accuse d’infedeltà; lancio di oggetti; controlli sul telefono e divieto di frequentare le amiche.
Gli episodi più gravi riguardano il maggio 2008, quando l’uomo è accusato di aver colpito la moglie con schiaffi e un pugno alla testa con conseguente nausea e vista annebbiata; il gennaio 2011 insulti, un pugno alla coscia sinistra e una torsione del braccio; nel settembre 2012 la minaccia di ucciderla, dopo aver saputo della sua intenzione di separarsi, schiaffi e un pugno in faccia e negli ultimi mesi del 2012 altri insulti e minacce, anche in presenza delle figlie. Oltre a questo, la violazione degli obblighi di assistenza. Il giudice ha rinviato il processo al 9 novembre.
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