Marmolada a -29 gradi ma in montagna il Burian non fa paura

Livinallongo. L’inverno nelle frazioni di alta quota: a Contrin non si vedono neonati da 25 anni, ad Andraz da 54 anni. Ma chi ci abita assicura: «Niente ci potrà allontanare»

LIVINALLONGO. Come si vive alle temperature del Burian? «Pizzica la pelle, per la verità, ma nessun altro disagio», tranquillizza, sorridendo al telefono, Marco Contrin, 45 anni, che domenica alle 18 intercettiamo ai 2 mila metri delle piste di Porta Vescovo, sopra Arabba, la valle ieri più fredda della provincia, Marmolada a parte. «In questo momento ci sono 17 gradi sotto zero, se esco dal gatto mi metto la tuta termica, ma qui in cabina porto la maglia, una camicia, il maglione e un paio di calzoni imbottiti», racconta. «Peraltro ho lavorato anche a 23 gradi sotto». Lunedì la colonnina di mercurio ha toccato i -28.9 gradi centigradi in Marmolada, fermandosi a -22 in Val Visdende e -21.8 sul Pordoi. Passo Cimabanche segna -20.7 mentre in Cansiglio si registrano -18.1 gradi.

Il Burian, però, non fa paura. «A meno che non tiri un forte vento, ma a quel punto non si lavora neppure, si aspetti che cessi». E ieri pomeriggio, quando Marco ha cominciato a battere le piste, il vento gelido era l’unico assente. Ad Arabba il termometro è risalito dai -14 gradi centigradi di prima dell’alba ai -4 gradi di metà giornata. Nella notte, invece, a Porta Vescovo il termometro si era fiondato a -22 gradi. Poco più su, invece, sul Pordoi da -20.3 gradi a -10 gradi. «Il nostro comune, oltre ad avere un’estensione di 100 km quadrati, è posizionato ad un’altitudine tra i 1.100 e i 3.152 metri del Piz Boè», ricorda il sindaco Leandro Grones. «Quasi tutte 17 frazioni del comune sono oltre i 1.500 metri, siamo quindi abituati alla neve e al freddo che ci accompagna spesso per oltre sei mesi all’anno. Quindi il Burian non ci preoccupa perché qui nessuno si fa trovare impreparato all’inverno. Ognuno ha abbondanti scorte di legna e stufe e fornelli, che funzionano anche senza corrente e non vanno in blocco».

In effetti, Marco Contrin conferma che in località Contrin, dove abita, e dove risiedono nove abitanti - siamo a 8 km da Arabba - lui si è fatto la scorta di alimentari all’inizio dell’inverno, perché è capitato ancora di rimanere in casa, isolati, per due o tre giorni. A Contrin il sole riscalda solo per quattro ore al giorno, ma sono sufficienti per sciogliere la neve fresca. È da 25 anni, almeno, che quassù non nasce più un bambino.

E a Castello di Andraz, dall’altra parte della valle? Lo chiediamo a Berto Ciastel, che abita nella frazione più alta di Livinallongo. «Qui siamo in sei e l’ultimo nato dovrebbe essere di 54 anni fa, se ricordo bene. Abbiamo ancora un metro e mezzo di neve, ma siamo sopravvissuti anche con tre metri, addirittura con sei». La località di Andraz è lontana 7 chilometri, 10 il centro di Pieve. Collegamenti pubblici non ce ne sono e nessuno sale a portare la spesa. «I rifornimenti ce li facciamo, quando va bene, una volta alla settimana». A Contrin come ad Andraz, così nelle altre borgate del comune, il riscaldamento nelle case è attivo tutto il giorno. A gasolio. Ma sono ancora numerose le abitazioni con la stufa a legna. «I costi sono evidentemente tripli rispetto a quelli in valle», sospira Ciastel. «Ma non c’è neve o Burian che mi possa allontanare dal paese dove sono nato».

E per la viabilità? Il gelo sulle strade non preoccupa? «Problemi non ne abbiamo, il sistema di pulizia è efficientissimo», rassicura il sindaco. «In effetti, non ho alcuna difficoltà a raggiungere casa alla sera tardi, dopo il lavoro, seppur abito in una frazione lontana», conferma Contrin. «La strada è pulita, ogni tanto c’è un po’ di nevischio e di ghiaccio, basta essere prudenti». Tutti pronti, dunque, per il Burian? «Se il freddo sarà accompagnato da nevischio e venti forti, ne risentiranno marginalmente i passaggi sugli impianti a fune. Ecco l’unico problema. Ma finalmente», conclude Grones, «possiamo ammettere che la stagione è tra quelle da incorniciare».

Francesco Dal Mas

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