«Marmolada, basta polemiche» i rifugisti chiedono di lavorare

La disputa sui confini viene vista con insofferenza da chi opera in montagna Canazei porta avanti l’idea dell’ecomuseo e tende la mano ai vicini bellunesi
Limited useage for promotion of the exhibition:.“Dolomites - the worlds rocky heart”.
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La cestovia della Marmolada, da Passo Fedaia al Pian dei Fiacconi, è aperta esattamente da un mese. A fine anno scadrà l’autorizzazione. Ma la società di Ortisei che l’ha in gestione dall’anno scorso intende chiedere il rinnovo.

L’impianto, dunque, va in riqualificazione e per l’anno prossimo dovrebbe essere ristrutturato. Gli ambientalisti stessi hanno detto che va bene così. Se ne felicita pure Guido Trevisan, che gestisce il rifugio Pian dei Fiacconi, da dove partono gli scialpinisti per punta Penia, la cima più alta delle Dolomiti: «Di tutto il resto non mi interessa, perché la Marmolada è un monumento al creato che non può avere confini e dovrebbe rimanere immacolata com’è».

Trevisan si sveglia all’alba e, quando apre le imposte, gli si si presenta il più bello spettacolo al mondo. «Che cosa dovrei volere di più? Basta polemiche, per favore».



Ecco, basta polemiche: questo il refrain di chi vive e lavora quassù, a passo Fedaia.

L’architetto Aurelio Soraruf è uno di questi. Conduce l’accogliente rifugio Castiglioni. «I confini sono quelli di sempre», dice. «C’è stata una commissione parlamentare che li ha discussi, sulla base di quelli fissati nel 1911. Poi è intervenuto il Consiglio di Stato. La sua sentenza è diventata Decreto del presidente della Repubblica, nel 1982. Sono seguiti i pronunciamenti del Tar del Lazio e, quindi, del Consiglio di Stato. Adesso ha deciso l’Agenzia del territorio, concedendo a Rocca Pietore il tanto che basta per la “sua” stazione d’arrivo a Punta Rocca. Non capisco queste ulteriori polemiche».

Soraruf è fassano, ma frequenta spesso la Val Pettorina. «Se ci sarà qualche ulteriore sviluppo sul ghiacciaio, sicuramente non ingombrante e tanto meno impattante ambientalmente, a guadagnarne saranno Malga Ciapela e Rocca Pietore, eventualmente Arabba, non certo l’alta Val di Fassa, i cui turisti si orientano tradizionalmente verso altre mete».



Il sindaco di Canazei, Silvano Parmesani, ha in ogni caso lanciato il progetto dell’ecomuseo, non di un impianto. Ha incaricato un giovane architetto trentino, molto esperto della materia, di mettere in rete tutte le possibili offerte del ghiacciaio: naturali, storiche, culturali, sociali.

«Abbiamo numerosi ed importanti centri di interesse che possono richiamare turisti di qualità. Intanto – conclude il sindaco – partiamo con questa proposta, che ovviamente inoltreremo a Rocca Pietore e al Veneto, con la certezza – questa almeno è la nostra speranza – che venga raccolta».

Corrisponde a questo intento il sindaco di Livinallongo, Leandro Grones, che pure ha in mente un altro disegno, quello del carosello, da Arabba, specificatamente da Porta Vescovo. «Ma è giusto», dice, «che Canazei possa maturare il percorso che si è dato e che, possibilmente, possa essere condiviso anche da parte bellunese». —



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