Marmolada, Canazei dice sì al confronto

Vertice a Roma sui confini, il Veneto non intende ritoccarli ma propone un tavolo sui problemi aperti dell’area

ROCCA PIETORE. «Nessuna guerra. Nessun ultimatum. Prendiamoci il tempo per una riflessione fra tutti i soggetti che intervengono sulla Marmolada e poi, insieme, decidiamo che cosa fare».

Sembra strano, ma a sostenerlo è Silvano Parmesani, sindaco di Canazei, che ieri è volato a Roma per chiedere che il confine della Marmolada sia portato sulle creste e per ribadire che il suo Comune non riconosce il patto di valorizzazione del ghiacciaio, sottoscritto nel 2002 dalla provincia di Trento e dalla Regione Veneto.

Nella Capitale, all’Agenzia del Territorio, si è tenuto un vertice su quella che potrebbe esplodere come una nuova guerra dei confini sulla Marmolada. Se Canazei ha sollecitato un aggiornamento, il Veneto ha risposto seccamente di no.

Federico Caner, assessore regionale al turismo, accompagnato da tecnici ed esperti, e Andrea De Bernardin, sindaco di Rocca Pietore, sostenuto da una delegazione del suo Comune, hanno detto chiaro e tondo che l’accordo, trovato quindici anni fa da Giancarlo Galan per il Veneto e da Lorenzo Dellai per Trento, non può essere sottoposto ad un qualche aggiustamento perché quell’intesa pone fine a lunghi decenni addirittura di conflitti, sin dalla Prima guerra mondiale.

La frontiera tracciata da Galan e Dellai non segue il displuvio ma è arretrata, verso la provincia di Trento, fra i 30 ed i 70 metri, tanto quanto basta a Rocca Pietore e quindi al Veneto per mettere in sicurezza la titolarità degli attuali impianti funiviari. Il vertice di Roma ha registrato quindi lo schieramento delle diverse “postazioni di guerra”, per chi teme un nuovo conflitto come quello di trent’anni fa. Ma al tavolo della trattativa la provincia di Trento, presente con alcuni tecnici, non ha dimostrato nessun intento bellico ed ecco, pertanto, che il sindaco di Canazei è ritornato nel suo paese con la convinzione che sia necessario un ripensamento di tutta la vicenda.

«Il Veneto non è disponibile a trattare sul confine della Marmolada, è invece più che disponibile - ha fatto capire l’assessore Caner - a mettersi attorno ad un tavolo con Trento e Canazei, oltre che con Rocca Pietore, per trovare una soluzione ai tanti problemi aperti, cominciando dalla sicurezza di Passo Fedaia. In ogni caso è irrinunciabile, per noi, come crediamo lo sia per la provincia di Trento, il patto di valorizzazione della Marmolada».

L’Agenzia del Territorio, dopo aver preso atto delle diverse posizioni sul confine, ha dichiarato ieri che la sua funzione tecnica è di fatto sospesa fino a che, in sede politica, non si troverà un accordo. Ma questo accordo - abbiamo chiesto al sindaco di Canazei - è sulla dislocazione del confine o sugli investimenti da portare in Marmolada? «È chiaro - risponde Parmesani - che se adesso la discussione diventerà politica, in sede politica si dovrà trovare anche una via d’uscita. L’importante è che nessuno, sulla Marmolada, agisca di testa propria. Bisogna, invece, trovare una soluzione di valorizzazione e, quindi, di investimenti, che sia realmente condivisa».

L’ingegner Mario Vascellari, titolare della società funiviaria, ha però fretta di concludere il collegamento tra Serauta e Sas del Mul, per il quale la Regione Veneto ha stanziato 3 milioni.

«La fretta è una cattiva consigliera. Lo può essere anche per Vascellari. Se nei tempi giusti approfondiremo una riflessione puntuale su che cosa si può fare per rilanciare la Marmolada, riteniamo che anche Vascellari troverà poi la giusta soddisfazione», ha anticipato Parmesani.

Francesco Dal Mas

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