Marmolada e passi chiusi «Dialoghiamo con Trento»
ROCCA PIETORE. «Pronti al confronto e al dialogo. Cominciando dai fatti concreti. Magari dalla messa in sicurezza del passo Fedaia». Così, rivolto ai trentini, l’assessore regionale al turismo del Veneto, Federico Caner, rispondendo alle esternazioni dell’assessore all’ambiente Mauro Gilmozzi. Oggi sulla Marmolada riaprirà la cestovia verso Pian dei Fiacconi, ma chiude il Fedaia sul versante bellunese a causa del rischio valanghe.
Gilmozzi ha detto di aspettare proprio lei, e magari anche il sindaco di Rocca Pietore, seduti a un tavolo di concertazione di nuove opportunità di sviluppo.
«Lo abbiamo già, questo tavolo: all’interno della Fondazione Dolomiti Unesco, di cui d’ora in avanti farà parte anche il presidente della Provincia, Roberto Padrin. Evidentemente non è sufficiente. Bene, apriamone pure un altro, più specifico. Noi, infatti, siamo pronti a collaborare. Ma ad una condizione. Che i trentini rispettino l’accordo sui confini della Marmolada del 2002, che loro stessi hanno condiviso. So che gli amici della Provincia di Trento non vorrebbero smentirsi…».
Chi lo fa, invece, il Comune di Canazei?
«È Canazei che ha promosso il ricorso oggi in piedi e contro il quale abbiamo dovuto reagire. Siamo convinti, invece, che sulla Marmolada si possano condividere le più diverse proposte di riqualificazione. Magari assicurando la possibilità alla Val Pettorina di sopravvivere».
Con il prolungamento della funivia da Serauta al Sass del mul?
«Certo, ma anche provvedendo alla messa in sicurezza della strada di passo Fedaia. Ieri il versante bellunese è stato nuovamente chiuso per il pericolo di valanghe. La Regione Veneto ha messo a disposizione 5 milioni di euro per la messa in sicurezza. La Provincia di Trento aveva assicurato che avrebbe fatto la sua parte. Stiamo aspettando. È inutile che pensiamo a nuovi impianti sul ghiacciaio se non garantiamo l’accesso. Ma Trento deve decidersi».
La nuova funivia tra Serauta e Sass del mul, 6 milioni di investimento, ha la stazione a valle in territorio comunale di Canazei. E Canazei, si sa, è pronto a barattare con una revisione del confine a monte, in quel di Punta Rocca?
«Per farci arrivare un secondo impianto funiviario? No, mettiamoci pure intorno a un tavolo, ma discutiamo delle prospettive di sicuro rilancio della Marmolada, qual è la valorizzazione sul piano scientifico, storico, naturalistico».
Gilmozzi sta mettendo a punto per la prossima estate, insieme ai colleghi di Bolzano, nuove forme di accessibilità ai passi dolomitici, introducendo, ad esempio, il numero controllato e cadenzato È già un passo avanti rispetto alla mera chiusura. Ma vorrà parlarci?.
«Noi siamo disponibili, ma non a dire di si o di no a scatola chiusa. Vorremmo trattare. Noi partiamo dal principio che il diritto alla mobilità è sacrosanto, specie in zona turistica. E che bisogna stare attenti a non dare messaggi controproducenti, come quelli arrivati ai possibili turisti delle Dolomiti l’estate scorsa».
Quale messaggio?
«Siamo chiusi, state a casa».
In conclusione, lei ritiene che si possa prevenire una nuova “guerra” della Mormalada e dei passi con soluzione condivise, da trattare con Trento?
«I rapporti sono ottimi, non certo da guerra fredda. L’importante è metterci a sedere con la disponibilità ciascuno di fare un passo a lato».
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