«Marmolada libera» notte a 3000 metri per gli ambientalisti
ROCCA PIETORE. Mai protesta è salita più in alto. Ma gli ambientalisti di Mountain Wilderness non si sono accontentati, ieri pomeriggio, di aver conquistato Punta Penia, 3.334 metri, la vetta più alta della Marmolada e delle Dolomiti. Si sono moltiplicati per tre. Siccome Penia è in territorio trentino, hanno deciso di trascorrere la notte occupando anche Punta Rocca, la seconda cima, questa in area bellunese. E, non ancora soddisfatti, hanno piantato un bivacco a metà ghiacciaio.
Insomma hanno triplicato la loro protesta finalizzata alla protezione della Regina delle Dolomiti. Che significa: nessun impianto nuovo di risalita e, in particolare, basta guerra per i confini. Tutti in tenda e tutti con striscioni che sollecitano: Marmolada libera.
Oggi la manifestazione si concluderà nell’ascensione del popolo ambientalista (ieri erano circa una decina), proveniente dal Veneto e dal Trentino Alto Adige. Partenza alle 9 da passo Fedaia, poi su a Pian dei Fiacconi e da qui, tutti insieme, verso punta Rocca. È questa vetta, infatti, a rischiare di più. «C’è l’intenzione di parte trentina e in particolare del Comune di Canazei di arrivare fin lassù con una nuova funivia, che dovrebbe attraversare il ghiacciaio», sottolineano Giancarlo Gazzola e Franco Tessadri, che hanno trascorso la notte in tenda. «È un improponibile doppione della funivia esistente».
Gli operatori turistici di passo Fedaia, intanto, non hanno accolto gli ambientalisti con la serrata dell’anno scorso. Nello spirito della domenica degli ulivi, hanno offerto una simpatica vignetta dalla quale si riconoscono Luigi Casanova, leader di MW, ed altre manifestanti. «Voleva essere un saluto cordiale e simpatico agli amici in trasferta, ma è stato strappato», sorride Aurelio Soraruf, uno dei gestori, che ritiene siano comunque componibili le relazioni tra i residenti e gli ambientalisti, a condizione che questi ultimi consentano quel minimo sviluppo che garantisce la permanenza degli operatori in quota.
«Con il Patto per la Marmolada, fra Trento e Veneto, noi ci siamo posti l’obiettivo di promuovere la valorizzazione del ghiacciaio», sintetizza Casanova. «Gli altri solo lo sfruttamento, con nuovi impianti».
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