Marmolada ripulita da quintali di rifiuti

ROCCA PIETORE . Il sindaco di Canazei, Silvano Parmesani, ha firmato ieri davanti agli ambientalisti di Mountain Wilderness, al Pian dei Fiacconi sulla Marmolada, un’ordinanza municipale che farà divieto assoluto di raccolta di reperti storici, militari in particolare, sul ghiacciaio della “regina delle Dolomiti”.
La disposizione è in vigore da oggi e prevede sanzioni salatissime per chi viene trovato in possesso di materiale improprio. Non solo, mette in conto anche tutta una serie di controlli da parte delle forze dell’ordine.
«Il ghiacciaio della Marmolada custodisce un patrimonio che noi consideriamo sacro», afferma Parmesani, «quello che è “reduce” dalla tragedia immane della guerra. Non possiamo permettere che vada in mano ai privati, magari per essere rivenduto. I materiali recuperati vanno tutti consegnati alla Soprintendenza e, per essa, ai carabinieri».
I primi applausi a Parmesani sono arrivati, guarda caso, dal mondo ambientalista, in particolare dai volontari di Mountain Wilderness che poco dopo l’alba si sono presentati al rifugio Pian dei Fiacconi, nonostante il maltempo poco incoraggiante.

C’erano, fra loro, i più autorevoli dirigenti dell’associazione, il trentino Franco Tessadri, presidente, il suo vice Giancarlo Gazzola, veneto, Luigi Casanova, portavoce storico del movimento, e Silvia Simoni di Bolzano.
Mountain Wilderness era stata la prima espressione dell’ambientalismo ad effettuare quindici anni fa una pulizia sulla Marmolada, la “regina delle Dolomiti”, con nomi altisonanti dell’alpinismo a partecipare a quel cantiere, da Reinhold Messner a Fausto De Stefani.
«Proprio da quella operazione – ricorda Casanova – è maturato il nostro impegno per fare di questa montagna un patrimonio da conservare e da promuovere, anzitutto nella compatibilità ambientale, per tutta l’umanità». Tanti i risultati raggiunti in questi anni; il penultimo è stato l’incontro oltremodo costruttivo, solo la scorsa settimana tra Casanova e Parmesani. Da qui la presenza del sindaco ieri, tra gli ambientalisti-spazzini.
L’ultimo traguardo è appunto la pulizia a Pian dei Fiacconi, con un risultato ottimo. «Abbiamo raccolto 10 quintali di rifiuti», ha annunciato il presidente Tessadri, dopo solo tre ore di raccolta. I sacchi e le casse si sono riempiti di bottiglie di vetro e di plastica, di scatolame di carne e di tonno risalente ancora agli anni Sessanta, di calzature varie e perfino di una formella in ceramica originale, di produzione olandese, che nei Paesi Bassi è consuetudine esporre all’ingresso principale delle abitazioni. Tante, anzi tantissime anche le batterie, ritenuto il rifiuto più pericoloso che si possa trovare tra i ghiacci immacolati, anzi non più tali.
A dare manforte al popolo ambientalista sono stati le guide alpine dell’Alta Fassa e gli operatori del rifugio Pian dei Fiacconi, accompagnati dal gestore Guido Trevisan che, a conclusione della bonifica, ha messo a disposizione un buffet.
Al termine dell’appuntamento ai piedi del ghiacciaio che si sta inesorabilmente sciogliendo, anziché cantare il De profundis, il sindaco di Canazei e gli ambientalisti si sono dati precisi impegni per il futuro. Parmesani ha subito sollecitato la condivisione di portare avanti, il Trentino insieme al Bellunese, una radicale opera di “purificazione” del ghiacciaio più importante delle Dolomiti. «Ho letto che il presidente del Veneto, Zaia», ha detto il sindaco, rivolto agli amici di Mw, «dice che le istituzioni dovrebbero imparare da voi come fare a superare i confini, anzitutto quelli che si formano nella testa; io sono perfettamente in sintonia col governatore. E per questo sono qui a darvi atto del ruolo che svolgete, ma anche a rassicurarvi che stiamo già lavorando in questo senso».
Il sindaco ha infatti ricordato il recupero dei rifiuti da parte dei Trentini. Nel corso di un’operazione che già domani porterà in quota operatori, guide, agenti di controllo.
«L’intenzione è quella di portare via», spiega il sindaco, «tutto ciò che oscura la bellezza del nostro ghiacciaio, ma lasceremo sul posto le testimonianze della guerra che così tanti sacrifici è costata ai nostri popoli».
Ed ecco un’idea di Parmesani che è stata subito accolta e rilanciata dagli ambientalisti. Si tratta della strutturazione di un museo all’aperto, leggero, quindi senza nessun altro impianto, che conduca l’escursionista interessato a prendere consapevolezza di quanto dura sia stata la vita militare, ai 3000 metri della Marmolada, sia da parte dell’esercito italiano che da quello austro-ungarico.
«Siamo sicuri», hanno commentato i dirigenti di Mw, «che con queste premesse e grazie allo spirito con cui vengono manifestate, si possa incontrare anche la Val Pettorina, il suo Comune, il Bellunese ed il Veneto».
Parmesani ha approfittato della circostanza e del clima maturato, per lanciare un altro motivo di collaborazione: un accesso ai Passi dolomitici che non sia di mera chiusura, ma di mobilità compatibile con le imprescindibili esigenze di tutela del territorio. È allo studio, infatti, un piano di intervento che verrà annunciato entro fine settembre, per poi essere recapitato alle Province di Trento e di Bolzano. Prevede, dalle indiscrezioni, una serie di misure che hanno lo scopo di ridurre il traffico automobilistico, garantendo però ai Passi tutti gli escursionisti ed i turisti che si meritano.
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