Marmolada, su confini e nuovi impianti il “nuovo” Trentino alza già le barricate

Guglielmi, sindaco di Canazei, è un papabile assessore provinciale: «Sistemeremo tutta la strada del Passo Fedaia, ma i confini non si toccano»

L’intervista

Dai confini della Marmolada al treno che dovrebbe collegare Primolano con Feltre. Passando per i fondi dei comuni di confine.

È vasta la cooperazione tra Bellunese e Trentino, nonché con l’Alto Adige. I rapporti erano buoni con la precedente giunta di centrosinistra, a Trento, come pure con quella di Bolzano. Saranno ottimi con l’arrivo della Lega a Trento? La cartina di tornasole saranno i confini della Marmolada che dagli anni ’80 sono motivo di turbolenza. Fra i consiglieri provinciali eletti domenica a Trento c’è Luca Guglielmi, vice sindaco di Canazei, da sempre vicino alla Lega, ma in questa circostanza elettorale candidatosi con la lista “Fassa”, in appoggio a Maurizio Fugatti, il neo presidente.

Lei probabilmente sarà nominato assessore, qual è la sua idea sui confini della Marmolada?

«La mia idea è quella di tutti i trentini: i confini non si toccano…».

Ahia. La guerra, dunque, continua.

«Nessuna guerra. Luca Zaia sa bene che noi non possiamo rinunciare ai confini. Sa bene che le sentenze si rispettano. Ma sa bene pure che noi vogliamo semplicemente sederci intorno a un tavolo e discutere insieme del futuro della nostra “regina”, la Marmolada».

Il governatore Fugatti è dello stesso avviso?

«Lo conosco ormai da 10 anni e lui conosce molto bene i sentimenti della nostra valle, in particolare quanto siamo affezionati alla Marmolada. Il che significa che sui confini noi non cederemo».

Sul resto, invece, è possibile trattare? Non riteniamo che il Veneto possa essere disponibile immaginando che al tavolo della trattativa voi poniate il collegamento tra passo Fedaia e Punta Rocca.

«La Marmolada, se si isola, non ha futuro. Chiuderanno anche le poche attività che ci sono. La “regina” va messa in relazione con il resto delle Dolomiti. Bisogna creare un carosello tra il Sellaronda e il nostro ghiacciaio. Se arriveremo a Punta Rocca anche da quest’altra parte, oltre che da Malga Ciapela, il beneficio maggiore lo riceverà la Val Pettorina».

Quindi l’impianto attraverso il ghiacciaio lo volete proprio fare?

«È vitale per rilanciare questa montagna, ovviamente nel pieno rispetto delle sue prerogative ambientali, naturalistiche, storiche e culturali».

Se queste sono le premesse, lei si renderà ben conto che l’interlocuzione con il Veneto e specificatamente con il presidente Zaia non sarà facile.

«Io, invece, ritengo che lo sarà. Zaia sa bene quale è la partita da giocare. È anche una persona generosa, che sa trovare la quadra, e quindi con lui sicuramente ci intenderemo».

Intanto perché non accettate di sistemare la strada lungo tutto Passo Fedaia, compreso l’anello del lago?

«So che ci sono i fondi, quelli di confine. Non so, invece, perché l’ex presidente Rossi non abbia voluto procedere col progetto nella sua complessità, compresa anche la parte bellunese. Sarà una delle azioni che metteremo subito in essere».

Con la vostra giunta cambierà qualcosa nella strategia dei fondi di confine?

«È chiaro che dovremo tenere più presente la situazione del confine».

Non condividete la strategia della cosiddetta area vasta?

«Diciamo che ci sono dei problemi sui confini che vanno affrontati e risolti». —

Francesco Dal Mas

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