Marmolada, Trento vuole altro territorio

La Regione Veneto rompe le trattative. Casanova attacca: «Vogliono arrivare a Punta Rocca con un nuovo impianto»

ROCCA PIETORE. Vi ricordate la “guerra” dei confini della Marmolada? Rieccola, dopo 20 anni. Si era conclusa nel maggio 2002 con la firma di un armistizio fra Trento e Belluno, anzi con Venezia.

Ma i cippi di confine sul ghiacciaio non sono mai stati posizionati e ieri mattina il Veneto si è visto costretto a far saltare il tavolo della trattativa con la Provincia di Trento per la pretesa di quest’ultima che i bellunesi arretrino il confine lungo la cresta, da Punta Rocca a Punta Serauta. Confine da loro stessi tracciato nel Pup, il loro piano urbanistico del 2008. L’incontro è avvenuto a Venezia e riscontrando che non c’erano margini per arrivare ad una positiva conclusione, ognuno ha deciso di andare per i fatti suoi. È da mesi che il confronto è in corso. Ad un passo avanti, ne seguono due indietro.

Nel frattempo l’Agenzia del territorio sta insistendo con Belluno e soprattutto con Venezia affinchè le parti si mettano finalmente d'accordo sulle proprietà e fissino i cippi che ancora 14 anni fa dovevano essere ben piantati nel ghiacciaio. «Il nostro non è affatto un capriccio» si limita a commentare l'assessore regionale al turismo del Veneto, Federico Caner, che ha anche l'incarico per le terre alte.

Di più lo dice Luigi Casanova, ambientalista di Mountain Wilderness e Cipra. «I nostri amici trentini vogliono guadagnare quei 30-40 metri di ghiacciaio lungo le creste per poter arrivare comodamente a Punta Rocca con una nuova funivia, da Pian dei Fiacconi. Uno scempio inaudito e in aperto contrasto con Dolomiti Unesco».

Il progetto, per la verità, è di Canazei e prevede, fra l'altro, la costruzione di un traliccio di ben 65 metri impiantato proprio in mezzo al ghiacciaio. Casanova ricorda che con l’armistizio sulla Marmolada, Trento, Belluno e Venezia avevano concordato esclusivamente un collegamento defilato di basso impatto paesaggistico tra le aree venete e trentine. E la riqualificazione delle strutture esistenti.

Quindi, ad esempio, una nuova bidonvia da Fedaia a Pian dei Fiacconi. E, sull’altro versante, quello bellunese, il recupero della seggiovia del Sass dei Mus, di proprietà dell'ingegner Vascellari, titolare della Funivia da Malga Ciapela. La seggiovia è chiusa da quando ha subito un incendio, tre anni fa. Vascellari ha ottenuto un finanziamento europeo, attraverso la Regione, per più di 3 milioni.

Ma per aprire il cantiere ha bisogno del parere autorizzativo della Provincia di Trento, con il cui territorio l'impianto interferisce. Pare che non arrivi. «Il motivo è sempre lo stesso. Canazei e Trento si propongono esclusivamente di collegare Fedaia a Punta Rocca, rinnovando l'impianto per Pian dei Fiacconi e costruendo, appunto, la nuova funivia» spiega ancora Casanova.

Non bastasse, a provocare malumore nei veneti c'è lo scarso interesse dei trentini a mettere in sicurezza il versante di Fedaia, molto valangoso. Basterebbero, per la verità, 3 milioni per una galleria paravalanghe «Le abbiamo tentate tutte di metterci d'accordo con Trento e spero ancora che ci riusciremo» conclude l'assessore Caner. «Ho proposto a questi amici di salire insieme a Punta Rocca e, sempre insieme, di fissare il confine piantando i cippi, alla presenza di tutti, in modo che non ci siano sorprese. Ma loro, evidentemente, insistono per avere dell'ulteriore territorio».

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