Marmorata in calo ma non ci sarà lo stop

Al Bacino 10 non passa la proposta di bloccare dal 2017 il prelievo della specie autoctona di trota che sta sparendo

FELTRE. Niente stop al prelievo delle trote marmorate nel 2017. L’attesa votazione da parte dei soci, nel corso dell’annuale assemblea del Bacino 10 Acque feltrine, ha visto prevalere il “no” al fermo ipotizzato dal consiglio direttivo: 50 voti contro e 36 a favore, oltre a 3 astenuti. Così anche il prossimo anno nelle tre zone trofeo di pesca lungo il Piave si potrà continuare a prelevare la marmorata.

La misura era stata proposta a fronte del grosso calo di capi catturati nel corso dell’annata passata – appena 90 esemplari presi – segno dunque di un calo della popolazione di marmorate. Da qui l’idea di provare a regalare dodici mesi di pausa per favorire il ripopolamento.

A favore della bocciatura di questo provvedimento ha forse giocato il fatto che un esperimento simile era già stato messo in atto dal 2000 al 2003. Alla ripresa della libera pesca il numero catturato era stato però decisamente inferiore. Vero poi che la marmorata negli anni ha avuto un andamento piuttosto fluttuante, ma i numeri sono decisamente in picchiata, rispetto solo a qualche anno fa.

Sulla scelta dell’assemblea si è espresso così il presidente Mattia Paoluzzi: «Non volevamo dividere in due il nostro Bacino. Avevamo pensato a questo provvedimento ma prima abbiamo preferito sentire l’opinione dei nostri soci. Ne prendiamo atto e le cose resteranno così. Comunque qualche scelta per contrastare il numero in calo è già stata presa, come il portare la misura minima da 45 a 50 centimetri e limitare a 3 i capi rispetto ai 5 previsti».

Era sicuramente l’aspetto più delicato da affrontare ieri durante l’assemblea al palaghiaccio, visto che si trattava di una scelta che per forza andava ad incidere sul futuro di questa specie, ma c’è stato anche il tempo per analizzare altre questioni.

«La scorsa stagione non era iniziata molto bene sulla Piave, visto che la piena del novembre 2014 aveva inciso sul poco pescabile che c’era. Poi comunque, anche grazie a una semina importante, l’annata si è riassestata. Noi come Bacino possiamo contare su 730 soci, con un incremento rispetto allo scorso anno. Questo ci fa decisamente piacere. Dal punto di vista del bilancio quest’anno abbiamo avuto una perdita d’esercizio voluta di circa 8000 euro, dovuta al fatto che avevamo una buona disponibilità precedente: non ci interessa fare da banca, siamo un bacino di pesca».

Il bilancio del 2015 e quello previsionale sono stati approvati. Resta comunque in ballo la questione dell’incubatoio di Tomo. «La Provincia ci ha assicurato che in questi primi due mesi si sarebbe mossa in maniera quasi definitiva. Adesso le deleghe le hanno, speriamo la cosa vada in porto dopo qualche anno di stallo delle trattative».

Sotto controllo la situazione centraline, mentre preoccupa l’ipotesi di realizzazione del depuratore a Lentiai, nella zona dell’ex San Marco. «Chiaro che non è piacevole pensare avere una struttura che preleva 30 metri cubi a monte e scarica le acque a valle di Busche. Comunque in zona è già sorto un comitato e anche Acqua bene comune sta tenendo sotto controllo la situazione».

Gianluca Da Poian

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