Martedì gli ispettori in visita al punto nascite di Pieve
PIEVE DI CADORE. L’ispezione della Regione è già iniziata. La conferma arriva dal direttore sanitario dell’Usl 1 Dolomiti, Giovanni Pittoni.
Martedì, gli ispettori inviati dal governatore Zaia hanno fatto la loro comparsa all’ospedale Giovanni Paolo II di Pieve di Cadore, acquisendo la documentazione relativa alla vicenda della donna che ha partorito in casa a Calalzo. Poi hanno parlato con il personale medico e con la dirigenza dell’azienda sanitaria, prima di ripartire per Venezia.
Ora esamineranno le carte in loro possesso e le dichiarazioni raccolte, prima di esprimeranno il loro giudizio. Giudizio che la direzione strategica dell’Usl attende con una certa ansia, come è naturale immaginare.
«Quando decideranno ci faranno sapere», commenta Pittoni stringato, avvertendo che sul caso deve mantenere il massimo riserbo.
Il sindaco Maria Antonia Ciotti, che con il suo esposto al prefetto ha di fatto innescato la reazione di Venezia, non è stata avvisata di questa visita. «Non vengono certo a dire queste cose alla sottoscritta, come potete ben capire», commenta. E poi aggiunge: «A me basta che questi ispettori facciano il loro dovere. D’altra parte è la prima volta che capita una cosa del genere nel nostro territorio. Il reparto ha sempre funzionato fino a qualche tempo fa. Ma la ragione di questi problemi stanno nella malaugurata scelta di Venezia di toglierci il primariato. Un primario è importante per richiamare nuovi medici e tenere alto il nome di un reparto importante come questo».
Paola Dall’Anese
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