Martedì mattina l’ultimo saluto al giovane papà morto sui monti

il lutto
ESTE
Sarà la basilica di Santa Maria delle Grazie ad accogliere l’ultimo saluto a Matteo Contadin. Martedì mattina, alle 10, nella chiesa atestina sarà celebrato il funerale del motociclista che ha perso la vita venerdì mattina ad Auronzo di Cadore. Famigliari, amici, colleghi di lavoro: saranno certamente molte le persone che parteciperanno alla celebrazione.
«Stiamo ricevendo tante attestazioni di affetto e tanti messaggi» conferma papà Silvio Contadin dall’abitazione di via Malusà a Lozzo Atestino, dove Matteo ha vissuto fino al 2004. «Di lui si possono dire solo cose belle, dal suo amore per la famiglia al suo impegno nel lavoro».
Matteo viveva a Este, a Meggiaro in via Kennedy, da quasi quindici anni. Da sei anni conviveva con Denada e da un anno era padre di una bambina. Nelle sue pagine social – tra foto e post – emerge fortemente l’amore sconfinato che l’uomo aveva per la compagna e per la figlia: si era voluto tatuare anche “l’impronta” del piede della bimba, con impressi il nome, la data e l’ora di nascita, il peso e l’altezza della figlioletta.
Gran parte dei messaggi di vicinanza alla famiglia Contadin, non a caso, sono indirizzati proprio a Denada e alla bambina. Matteo lavorava da ben vent’anni alla Komatsu di Este, azienda in cui si era meritato la stima di colleghi e di superiori, tanto da partire come operaio del settore produzione e diventare poi nel tempo impiegato nella programmazione del settore in cui aveva mosso i primi passi. Venerdì pomeriggio l’azienda ha diffuso con una comunicazione ufficiale la notizia della morte del lavoratore, gettando nella sconforto decine di colleghi del quarantatreenne.
«Colpivano soprattutto il suo sorriso e la sua simpatia: dove c’era lui c’erano anche positività e allegria» ha ricordato Francesco Blasi, direttore delle risorse umane di Komatsu, «Matteo era la classifica figura che dava valore e spessore, soprattutto umano, a un gruppo». Venerdì il motociclista avrebbe dovuto raggiungere l’Austria in compagnia di altri tre centauri, in un tour sulla sua amata dueruote che aveva pianificato per più di due settimane insieme agli amici. —
Nicola Cesaro
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