Massaggiatore nei guai spunta un altro molestato

Ora sono quattro i ragazzi che avrebbero subito avances sessuali a Croce d’Aune La contestazione complica ulteriormente la posizione dell’anziano imputato

CROCE D’AUNE. Si aggrava la posizione dell’anziano trevigiano di 78 anni (difeso dall’avvocato Luigi Fadalti), accusato di violenza sessuale su minori per aver costretto, nell’estate 2011, tre giovani sportivi di una squadra di calcio della Castellana a subire palpeggiamenti e rapporti orali, nella sua casa di montagna a Passo Croce d’Aune.

Nel corso del processo, tenutosi ieri mattina, in audizione protetta, in tribunale a Belluno, un altro giovane sportivo, chiamato a testimoniare, ha confessato di aver subìto anche lui molestie sessuali da parte dell’imputato. Un fatto, questo, che ha comportato l’integrazione del capo d’imputazione con un’ulteriore contestazione.

Durante, la lunga udienza di ieri, terminata nel tardo pomeriggio, sono stati sentiti i tre giovani (i cui familiari si sono costituiti parti civili con l’avvocato Paolo Patelmo), che hanno sostanzialmente confermato le accuse nei confronti dell’anziano. Anche i loro genitori sono stati sentiti ed hanno ricostruito i momenti delle confessioni dei ragazzi.

All'anziano, fino a ieri, prima che venisse integrato il capo d’accusa, venivano contestati in tutto tre episodi nei confronti di tre ragazzini di 15 anni. In una sola occasione si sarebbe trattato di semplici palpeggiamenti e carezze spinte; negli altri due casi avrebbe costretto i ragazzini a subire un rapporto orale completo, contro la loro volontà. L'anziano prestava il suo servizio come massaggiatore in diverse società sportive della zona. L’estate 2011 avrebbe invitato un gruppo di giovani calciatori (14-15 anni) a passare una decina di giorni con lui in montagna in una casa a Passo Croce d'Aune. Qui si sarebbero consumati gli abusi sessuali. Al ritorno dal breve ritiro i ragazzi sarebbero apparsi turbati ai genitori: finalmente avrebbero trovato il coraggio di confidare loro quanto accaduto nel corso di quella vacanza sportiva, con l'insospettabile anziano. Mamme e papà avevano quindi deciso di rivolgersi ai carabinieri, poi l'indagine. L'anziano lavorava come massaggiatore per diverse società sportive della zona e possedeva questa casa in montagna: proprio la casa dove, secondo gli inquirenti , si sarebbero verificati gli abusi sessuali. Il processo è stato rinviato al 19 novembre per sentire gli ultimi testimoni e per l’eventuale discussione.

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