Massaro: "Cinque miliardi ai Comuni o dovremo chiudere i servizi"
BELLUNO
I Comuni erogano il 90 per cento dei servizi che utilizzano i cittadini, ma l’emergenza coronavirus potrebbe costringerli a sospenderli. Tutti o alcuni. Bisognerà capire quanto ancora si potrà spendere, prima che i bilanci vadano in crisi. Le entrate si sono ridotte drasticamente (le scuole sono chiuse, i parcheggi gratuiti, eccetera) e le spese sono aumentate. I sindaci e i presidenti delle Province hanno chiesto aiuto al governo, ma mercoledì si è arrivati allo scontro.
Il presidente nazionale di Anci, Antonio Decaro, e il presidente dell’Upi, Michele de Pascale, hanno abbandonato la Conferenza unificata convocata dal ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia. Il motivo? La mancata consapevolezza da parte del governo della necessità di risorse per gli enti locali, altrimenti destinati a chiudere servizi.
«Tutti i sindaci hanno fatto quanto era loro richiesto, e forse anche di più, durante questa emergenza, mantenendo sempre un atteggiamento istituzionale che non è mai diventato scontro politico», spiega il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, presidente della commissione Anci Pubblica amministrazione, personale e relazioni sindacali. «Abbiamo sempre rispettato le indicazioni nazionali e regionali, senza mai contrastarle o metterle in discussione; ora però è necessario un segnale concreto da questo governo. Non stiamo chiedendo senza motivo nuovi e maggiori fondi: stiamo chiedendo il necessario, quello che ci serve per poter chiudere i bilanci».
«Questa crisi, oltre alla tragedia sanitaria ed economica, sta già portando pesanti diminuzioni di entrate ai Comuni, tanto che a Belluno abbiamo attivato un conto corrente per una raccolta fondi che ci possa consentire di continuare a garantire i servizi sociali e quelli essenziali. Ricordiamo che i Comuni gestiscono ed erogano quasi il 90% dei servizi con nemmeno l’8% della spesa pubblica: ormai non riusciamo più a garantire i servizi, e se non arriveranno presto i 5 miliardi chiesti al tavolo saremo presto costretti a tagliarli ulteriormente, se non addirittura a chiuderli. Questo perché sono le stesse leggi dello Stato ad impedire, giustamente, di erogare servizi senza la necessaria copertura finanziaria».
«Crediamo che in questa crisi dobbiamo essere tutti impegnati fianco a fianco, senza contrapposizioni», conclude Massaro. «Non è nostra intenzione alimentare uno scontro, ma noi, i Comuni, i cittadini italiani hanno bisogno di una risposta urgente, altrimenti non potremo fare altro che chiudere i servizi».
Uno spiraglio di apertura c’è stato ieri. Decaro e De Pascale sono stati invitati ad un confronto con il Sottosegretario al ministero dell’Economia e finanze, Laura Castelli, con il viceministro all’Economi Antonio Misiani e con i tecnici del Mef. Un confronto durato diverse ore. «Questa ulteriore occasione di confronto ci fa ben sperare, e rimarca come la nostra non sia una posizione pregiudiziale, ma aperta al dialogo», commenta Massaro. —
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