Massaro dichiara guerra «Via tutti da Poste Italiane»

L’ultima notizia riguarda la riduzione delle aperture a Bolzano Bellunese «La società non risponde e la sua offerta è sempre più scadente»

BELLUNO. «Mi spenderò affinché ogni ente pubblico bellunese abbandoni i servizi di Poste Italiane». È sul piede di guerra il sindaco di Belluno Jacopo Massaro, esasperato dalla totale mancanza di dialogo con la società che sta condannando alla chiusura i centri meno popolati della provincia. «Qualcuno ha lamentato un trattamento di favore per Belluno e Santa Giustina», prosegue Massaro, «ma non è così, almeno per noi». Dopo la chiusura di Sois “per motivi tecnici legati ai locali dell’ufficio postale”, da qualche giorno è arrivata la sentenza per Bolzano Bellunese: apertura tre volte alla settimana a partire da settembre, una scelta che il Comune di Belluno considera inaccettabile, soprattutto nei modi.

«Poste Italiane ci ha scritto, comunicando la sua decisione, naturalmente non concertata e senza possibilità di appello, visto che i dirigenti di Poste Italiane sembrano fantasmi irraggiungibili. La società viola sistematicamente le regole, snobbando la delibera dell’Agcom, che impone la concertazione con il territorio per qualsiasi modifica dei servizi pubblici».

Per Massaro: «È gravissimo, anche perché noi non solo abbiamo chiesto la concertazione, ma abbiamo anche avanzato proposte. Ma avevamo bisogno dei dati sugli accessi ai vari uffici postali, dati che abbiamo chiesto a febbraio, senza ottenere alcun tipo di risposta. Poste Italiane semplicemente ci ignora, eppure si tratta dei numeri di un servizio pubblico, non di un’azienda privata. La mancanza di rispetto da parte di Poste Italiane è oltre ogni limite».

Il Comune di Belluno avrebbe trovato un ufficio alternativo per Sois ed era disponibile a immaginare soluzioni che vadano bene a Poste Italiane senza penalizzare i territori periferici, ma alla società tutto questo non interessa.

«Nel frattempo il loro servizio è sempre più scadente», rincara Massaro. «È palese a tutti come Poste Italiane stia peggiorando di giorno in giorno. Considerando il comportamento scorretto della società nei confronti del territorio e vista la scarsa qualità dei servizi offerti, è evidente che il Comune di Belluno porterà la sua posta altrove. Ci conviene mettere a gara il servizio postale comunale».

Secondo il sindaco del capoluogo l’atteggiamento di Poste Italiane rappresenta: «Un’aggressione verso l’intero territorio della provincia di Belluno; quindi farò di tutto perché non ci sia più nessun ente, nè i Comuni nè gli enti che hanno grande attività postale, che si affidino ancora a Poste Italiane». E ancora: «La società è in mano a quattro burocrati che, evidentemente, come modello economico si basano sui quartieri di Latina».

Del tutto inutili restano i tentativi di dialogo con i responsabili locali: «Il direttore delle Poste di Belluno afferma di non essere un interlocutore, dice di non avere nessun potere sulle decisioni societarie e a questo punto mi chiedo a cosa serva un direttore a Belluno. Ma ancora peggio va con quelli di Mestre e di Roma: semplicemente non esistono. Abbiamo mandato un sollecito anche un paio di settimane fa ma, come da prassi, non abbiamo ricevuto risposta. Poste Italiane», conclude sarcastico Massaro, «porta, con grande lentezza, le lettere ma non riesce a scriverle».

Totalmente infruttuosa era stata anche la riunione tenuta in Prefettura nei giorni scorsi con diversi sindaci.

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