Massaro è il leader troppo forte per tutti

Gamba sbaglia a mortificare la città, mentre la coerenza premia la Lega Gli elettori di centrosinistra puntano sul voto sicuro, male Pd e Cinque Stelle
BELLUNO. Un risultato chiaro, che lascia pochi dubbi sull’esito finale delle elezioni amministrative a Belluno. Con oltre il 46% dei voti e i 21 punti di scarto sul secondo, Jacopo Massaro ha ipotecato i prossimi cinque anni a Palazzo Rosso e nelle due settimane che lo separano dal ballottaggio deve solo evitare gli errori. Perché è vero che il 25 giugno si riparte dallo 0-0, ma la politica non è il calcio e il risultato del sindaco uscente dimostra un gradimento diffuso del lavoro fatto durante il primo mandato. Mentre Massaro si afferma come amministratore e come leader politico, Paolo Gamba si ferma molto prima di quanto aveva previsto.


Il risultato di Gamba conferma che la proposta civica in città convince più dei partiti, ma nel suo caso un accordo più ampio con la Lega Nord gli avrebbe concesso un primo turno più incoraggiante. Alla luce del risultato di Massaro, per Gamba sarebbe stata dura ugualmente, ma per il centrodestra avrebbe rappresentato almeno l’inizio di un lavoro di ricostruzione. Gamba ha pagato non solo la forza del suo avversario, ma anche qualche errore in campagna elettorale, primo fra tutti quello di aver mortificato la città definendola spenta e priva di attrattiva. Belluno non si sente così e la coalizione di Gamba ha dimostrato di non sentire la città.


Da parte sua la Lega Nord non ha nulla da rimproverarsi: Franco Gidoni e la sua lista hanno raccolto circa mille voti in più di cinque anni fa e, pur restando al di sotto delle potenzialità del Carroccio, centrano l’obiettivo di tornare in consiglio comunale a fare politica attiva per la città. La Lega ha dimostrato anche che la scelta di correre da sola dopo il rifiuto di Gamba, le ha garantito dignità e autonomia programmatica.


Al contrario la delusione del Partito Democratico è forte, forse anche troppo. L’esito del primo turno evidenzia che gli elettori di centrosinistra hanno voluto mettere al sicuro il loro voto fin dall’inizio e, più che di sconfitta del Pd, c’è da riconoscere la vittoria di Massaro. Paolo Bello e il Pd hanno fatto una campagna elettorale generosa e coraggiosa e sono stati fermati solo perché gli elettori hanno detto no al ritorno del centrodestra in città.


A sorprendere è il risultato del Movimento 5 Stelle, ma Stefano Messinese paga una tendenza che si è vista in tutte le altre città italiane, oltre ad essersi ritrovato in mezzo ad uno scontro tra titani.


Blocca il risultato forse prima del previsto anche Franco Roccon, di Civiltà Bellunese, che in campagna elettorale ha dato moltissimo, iniziando a parlare con la città fin dall’autunno scorso. Roccon ha ascoltato e ha cercato di costruire un programma dal confronto con le persone, ma anche lui aveva dei contendenti troppo ostici per poter emergere.


Infine, per quanto piccolo, non può essere considerato deludente il risultato del Partito Comunista dei Lavoratori del giovane Elder Rambaldi, che è riuscito a far passare il messaggio politico all’interno della sua nicchia di elettorato e può dirsi soddisfatto.


Tra 15 giorni si torna alle urne per la sfida finale.




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