Massaro: «Gli sbarchi sono quotidiani, bisogna pianificare»
VENEZIA. «Si smetta di considerare la questione degli sbarchi dei profughi un'emergenza. La affrontiamo da anni, siamo di fronte a un fenomeno strutturale, che necessita di una pianificazione precisa e chiara».
Jacopo Massaro era l'unico sindaco presente ieri a Venezia al vertice convocato dal prefetto Cuttaia per affrontare l'arrivo (scaglionato nelle prossime settimane) di altri 700 migranti sul suolo regionale.
Sei sindaci su sette hanno declinato l'invito, facendosi sostituire da loro delegati. Massaro invece c'era: «Eravamo convocati noi, insieme alle Questure, alle Prefetture locali e alle Provincie. Penso non si potesse mancare considerata la rilevanza del tema da trattare».
Belluno, in verità, non è mai mancata, e anche ieri era presente con un rappresentante per ogni ente convocato (per la Provincia c'era il consigliere Fabio Bristot). Sedersi al tavolo in tutte le riunioni ha consentito a Belluno di prendere in mano la situazione in diverse occasioni. Anche ieri il sindaco di Belluno ha chiesto cose precise: «È necessaria una pianificazione, perché gli sbarchi sono continui da anni e non ha più senso parlare di emergenza», spiega di ritorno dal vertice, riassumendo il suo intervento. «E servono linee guida sui minori non accompagnati, perché in questo settore regna il caos ed è un argomento delicatissimo. Infine, abbiamo bisogno di una pianificazione precisissima della gestione dei dinieghi. Per chi non ottiene il permesso di soggiorno (circa l'80-90 per cento dei migranti), pretendiamo ci sia una strategia precisa di gestione, che preveda anche cosa fare in caso di rimpatrio. E ho anche avvertito che nessuno si sogni di concedere lo status di rifugiato a tutti i migranti, anche a quelli che non ne hanno diritto. Era accaduto, tre o quattro anni fa: la situazione si era fatta complicata e per uscirne si era deciso di concedere lo status di rifugiato a tutti. Ho avvertito di non farlo, si rischia di scatenare una rivolta del territorio che poi toccherebbe a noi sindaci gestire».
Massaro ha fatto inoltre presente che il problema degli sbarchi «non può essere gestito dai Comuni. Deve essere preso in mano dallo Stato e dalla Regione, per portarlo all'attenzione dell'Europa. Non possiamo essere noi sindaci gli interlocutori di Bruxelles».
La Regione ieri c'era, con il suo Governatore Luca Zaia: «È un segnale importante, anche se per tre anni non lo si è visto ai tavoli», continua Massaro. Mancavano, invece, tutti i suoi colleghi delle altre sei provincie del Veneto. «L'essere stati presenti al tavolo, però, ci ha permesso di portare a casa risultati importanti», continua. «Ad esempio quello del riparto dei migranti in base alla popolazione residente in ciascuna provincia».
Belluno è sopra soglia, cioè ospita ancora oggi più migranti di quanti dovrebbe, dunque anche dei 700 in arrivo in Veneto nessuno dovrebbe trovare ospitalità ai piedi delle Dolomiti. Sono stati proposti da Belluno, e accettati, anche la gestione tramite cooperative, la suddivisione dei migranti in piccoli gruppi (meglio gestibili rispetto ai grossi assembramenti), il loro impiego in attività di volontariato (in città contribuiscono alla pulizia di Lambioi beach). È bellunese anche la proposta di istituire due commissioni per la valutazione dello status dei migranti in Veneto: «Sono operative ma sono lente, bisogna velocizzare i tempi», ha ribadito ieri Massaro. Che ha infine chiesto di formare un tavolo operativo, snello, cui siederanno un rappresentante dell'Anci, uno dei Comuni, un Prefetto e un Questore: l'obiettivo è di confrontarsi su problemi pratici e trovare soluzioni operative in maniera veloce e concreta.
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