Massaro: «Lo Stato chiede sacrifici soltanto ai Comuni»
BELLUNO. «I Comuni pesano per il 7,6% sulla spesa complessiva dello Stato e sul debito per il 2,5%. Questo significa che non sono questi enti i pilastri su cui costruire le manovre finanziarie, enti che, invece, a oggi hanno pagato in misura maggiore il prezzo del risanamento dei conti statali».
Il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, aderendo all’iniziativa dell’Anci nazionale, snocciola, come hanno fatto tutti i suoi colleghi nella giornata di ieri, i numeri di un sistema che sta mettendo in ginocchio gli enti locali, i veri erogatori di servizi ai cittadini. «È una situazione da cui si può uscire solo avviando una riflessione seria sulla spesa complessiva dello Stato, Stato che deve iniziare lui stesso a tagliare i conti. Perché i Comuni hanno il vincolo sulle assunzioni cosa che li sta mettendo in crisi, mentre ai ministeri si continua ad assumere? E anche se, tramite la trattativa dell’Anci, siamo riusciti a portare a casa il rimborso della prima rata dell’Imu, resta ancora da capire cosa succederà per la seconda», dice Massaro.
Il quadro del sindaco, come da tempo va dicendo, diventa di giorno in giorno più difficile. «Prima il taglio di 3,5 milioni di euro di trasferimenti, a cui si sono aggiunti a metà anno altri 250 mila; poi ci sono le spese (800 mila euro l’anno), che siamo costretti ad accollarci per il mantenimento di servizi prettamente statali, come gli uffici giudiziari. Non è possibile che i Comuni si facciano carico delle funzioni statali. Lo Stato ci sta mettendo nelle condizioni di dover decidere noi la chiusura di certi servizi, facendoci passare per quelli che tagliano i servizi o che mettono le mani nelle tasche dei cittadini. La Tares, per esempio, è una tassa statale che viene riscossa dai Comuni», precisa il primo cittadino, che si lamenta poi del fatto che tra patto di stabilità, tagli ai trasferimenti e spese aggiuntive statali «le opere pubbliche sono ferme al palo. Tutti i sacrifici dei cittadini sono vani».
Ma il sindaco evidenzia anche un’altra richiesta che i Comuni avanzano, tramite l’Anci: togliere i vincoli del patto di stabilità anche alle aziende speciali. Il caso riguarda da vicino il futuro di Sersa, che dal prossimo anno diventerà appunto azienda speciale. «Questo significherebbe minare l’operatività della società, perdendone così i benefici. Per questo abbiamo chiesto che vengano svincolate almeno le aziende dei servizi socio-assistenziali».
E il taglio delle Province sarà positivo?
«Se si intende solo tagliare le spese della giunta mi pare poca cosa, visto che la spesa dell’ente incide per il 3% su quella totale dello Stato. Sarebbe invece utile pensare a un accorpamento di spesa. L’Anci ci sta lavorando proprio a questo».(p.d.a.)
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