Massaro: «L’Usl unica è segno di specificità»

Il sindaco del capoluogo è convinto e spiega i motivi della sua posizione «Solo così potremo dimostrare di saper camminare con le nostre gambe»
Di Paola Dall’anese
Feltre, l'ospedale Santa Maria del Prato
Feltre, l'ospedale Santa Maria del Prato

BELLUNO. «Accogliamo la sfida del cambiamento per far valere la nostra specificità, dimostriamo a tutti che i bellunesi sanno camminare con le proprie gambe e superiamo la politica del campanile per una visione più regionale se non nazionale».

Il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, è sempre più convinto che la strada dell’Usl unica sia quella giusta, con una sola programmazione sanitaria provinciale, dove tutti gli ospedali e le strutture possano poter valorizzare le proprie eccellenze. Ma questo deve avvenire all’interno di un confronto politico, mettendo al bando le posizioni di «chi vuole far prevalere i propri personalismi».

Sindaco Massaro, perchè l’Usl unica?

«L’Usl unica non è un dogma. Dobbiamo puntare a una programmazione sanitaria provinciale unica, uno strumento attraverso il quale è possibile mantenere un modello policentrico e conservare i vari presidi ospedalieri».

Quali sono i vantaggi ?

«La riduzione degli apparati amministrativi, ad esempio, anche se il vantaggio non sarebbe immediato, visto che gli uffici non chiuderebbero. La novità è che non sarebbe sostituito il personale che va in pensione».

I direttori dell’Usl sarebbero ridotti...

«Ma non è questa la vera economia: i risparmi si fanno con una programmazione sanitaria unica. Il che significa conoscere esattamente le prestazioni che eroghiamo in tutto il territorio, evitando, così, di farsi concorrenza l’un l’altro. Ci sono ambulatori sotto utilizzati perché sono doppi: basterebbe aprirli tre giorni da una parte e tre giorni dall’altra per avere utenza. Ci sono poi ospedali che hanno particolari vocazioni e potrebbero specializzarsi, evitando di fare tutto e magari con risultati scarsi. Anche perché in medicina, se aumenta l’esperienza, cresce anche la sicurezza, come per i piloti di aereo».

Il suo collega Perenzin dice che la nostra provincia non ha risorse per sostenere l’ospedale hub, lei cosa ne pensa?

«La programmazione sanitaria regionale prevede l’ospedale hub a Belluno, quindi con o senza l’Usl unica non cambia nulla. Credo che il nostro territorio abbia le risorse necessarie anche dal punto di vista professionale per sostenere un modello policentrico. Ma deve essere commisurato alle esigenze del territorio: pensare di poter fare un trapianto di cuore a Belluno è assurdo. Dobbiamo puntare sulle eccellenze che abbiamo sia a livello strutturale che professionale. E per quanto riguarda le risorse, queste ci sono e sono state messe nero su bianco proprio dalla Regione all’interno delle schede: questi fondi vanno rivendicati fino all’ultimo».

A Feltre temono che il Santa Maria del Prato possa essere fagocitato dall’ospedale di Belluno.

«Non c’è un ospedale che mangia l’altro, perché le strutture possono essere tra loro complementari. Spesso si è trasbordati in assurde liti intestine per accaparrarsi primati che in realtà non esistono. Fare la guerra tra noi non può che portare dei vantaggi alla pianura. Mi pare che spesso si è disposti a distruggere il territorio pur di dire che uno è più bravo dell’altro. Oggi abbiamo l’occasione per rivendicare la nostra specificità: se rinunciassimo al modello policentrico con l’ospedale hub, vorrebbe dire calere le braghe e regalare alla pianura la sanità dei bellunesi. Dobbiamo rilanciare tutti insieme la specificità. E poi, scusatemi, ma non riesco a capire il problema quando si dice che l’ospedale di Feltre rientrerà nell’orbita di Belluno: qualcuno preferisce, forse, diventare la succursale di Treviso?».

«La questione è la specificità: o ci si crede fino in fondo o si dica chiaramente che abbiamo scherzato. Credo, invece, che dalla fusione ne trarrebbe benefici anche l’ospedale di Feltre, perché ragionando a livello provinciale le sue eccellenze non saranno più di nicchia, ma inserite in una rete più grande».

Perenzin ha chiesto di incontrarla per giungere a un punto di incontro. Cosa gli dirà?

«Con i feltrini sui temi principali non ci saranno problemi, perché anche loro hanno sempre sostenuto il sistema policentrico. Si tratterà di gestire una fase di cambiamento senza farsi cogliere dal panico. A mio parere, però, dobbiamo mobilitarci contro la destrutturazione dei servizi sociali, che depotenzierà il territorio e per cui ho già fatto una proposta che va sostenuta da tutti».

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