Massaro sul “Salva sagre”: «Ha aggravato la situazione»
«In realtà è cambiato poco o nulla, tranne che prima la responsabilità era del prefetto e oggi è del sindaco». Jacopo Massaro, primo cittadino di Belluno, analizza così la recente direttiva del ministero dell’Interno che la propaganda ha spacciato per un’inversione di rotta rispetto alla direttiva Gabrielli. Invece il provvedimento annunciato come “salva sagre” complica ulteriormente le cose.
«Dopo le proteste di Pro loco e associazione per le norme di sicurezza troppo rigide nell’organizzazione degli eventi», ricorda Massaro, «il governo ha deciso di prendere in mano la questione. Sembrava che la nuova direttiva avesse reso tutto più facile, ma non è successo, anzi».
Le regole, infatti sono rimaste più o meno le stesse, tranne che per la distinzione tra grandi eventi (con più di 20 mila presenze) e piccoli, solo che ora le procedure sono state passate dalla Prefettura al Comune.
«Non vi è alcuna semplificazione», prosegue Massaro, «e le norme non sono state alleggerite, restano restrittive come prima, quindi vanno bene e anche questo governo le condivide. Sia ben chiaro», chiarisce il sindaco di Belluno, «io non dico che le regole siano giuste o sbagliate, osservo solo che sono rimaste invariate».
Il secondo aspetto, quello che aggrava la situazione rispetto alla direttiva Gabrielli, è la conseguenza della prima scelta: «Il procedimento viene aggravato dal punto di vista burocratico, perché la Prefettura è attrezzata per gestire questo tipo di azioni, mentre il Comune non lo è. In sostanza: l’iter è rimasto lo stesso, solo che adesso è in mano ad un ente che non è preparato per affrontarlo. Questo ovviamente causerà dei forti rallentamenti», precisa Massaro.
Il sindaco di Belluno è profondamente critico su questa scelta, come molti suoi colleghi dell’Anci: «Abbiamo capito che gli indirizzi non cambieranno e che dobbiamo mettercela via. Nel frattempo lo Stato mantiene il blocco delle assunzioni e i tagli agli enti locali: a noi servirebbe una persona in più per occuparsi degli eventi e invece non possiamo assumerla e se anche potessimo non avremmo i soldi per pagarla. Inoltre i funzionari comunali, senza competenze e risorse, terranno un atteggiamento restrittivo. Nell’incertezza se un evento è sicuro o meno, sceglieranno la linea più rigida».
Per Massaro: «Il provvedimento del ministero non solo non ha risolto nulla, ma ha aggravato le cose con lungaggini. Dopo la sua approvazione molti politici hanno descritto la nuova direttiva con grande entusiasmo, come se le misure di sicurezza imposte lo scorso anno dal capo della polizia Gabrielli non ci fossero più, ma non è così. Molte associazioni ci hanno anche creduto, proprio per la modalità con cui è stato presentato, ma non è tutto superato, per niente».
Massaro torna poi con una battuta sul fatto che lo Stato scarica sempre di più oneri e decisioni scomode sui sindaci: «Non vedevo l’ora di avere una responsabilità in più».
Una posizione espressa anche dal presidente dell’Anci, Antonio Decaro: «Questo rischio, che eravamo riusciti a scongiurare con il precedente governo, si materializza con questo provvedimento, alla stesura del quale non siamo stati neppure chiamati a collaborare. Infine non si risolve il problema dei costi che avevamo più volte evidenziato. Ma anzi rileviamo un sicuro aggravio di compiti per il personale». —
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