Massi grossi come case sentieri chiusi a Feder

Canale d’Agordo. Il Comune ha emesso l’ordinanza: vietato il numero 689 Il sindaco De Rocco è andato in sopralluogo: «Per noi è impossibile intervenire»
Di Cristina Contento

CANALE D’AGORDO. Massi grossi come metà casa: minacciano di venire giù insieme al resto della frana che a Feder di Cime d’Auta ha parzialmente isolato la Baita dei cacciatori.

Il Comune di Canale ha emesso un’ordinanza di divieto di accesso sui rifugi interessati, in particolare lungo il sentiero 689 dell’Alta via dei pastori, accesso principale alla Baita dei cacciatori, minacciata a distanza di appena 100 metri.

Il fronte della frana è stato calcolato in 25 metri per 120 di profondità: lo smottamento è alimentato soprattutto da due enormi massi, uno di 2000 metri cubi e un altro di 6000 metri cubi, grossi come abitazioni, che si sono messi in movimento e che lo sono tuttora. Questo il motivo delle ordinanze del sindaco Rinaldo De Rocco per il divieto di accesso al sentiero: «Speriamo che i cartelli vengano letti» auspica il sindaco di Canale, Rinaldo De Rocco, «e che la gente non si arrischi a superarli perchè la situazione non è delle migliori».

Il fronte s’è staccato a quota 1760, giusto a un centinaio di metri dalla Baita.

Nessuna ordinanza di evacuazione invece per il gestore della struttura alpina, Rino Dal Mut, così soprannominato per via della località.

Sul posto c’erano stati i vigili del fuoco, ieri, insieme con un geologo, lo stesso sindaco è andato in sopralluogo per capire il da farsi e soprattutto come intervenire. Il problema è che il Comune di Canale, «da solo non ce la può fare a coprire tutta la spesa», annuncia il sindaco. Una ipotesi può essere quella di scavare buche dove fare cadere questi massi giganteschi, un’altra è quella si ripristinare il sentiero che raggiunge da dietro la Baita dei cacciatori, lasciando perdere quello minacciato dallo smottamento. Il sindaco stamane avrà un altro summit con i tecnici e poi si vedrà, ma De Rocco è anche un po’ sconsolato per via dei costi: servono finanziamenti da altri enti.

«Questa frana è un'enormità» continua De Rocco «solo un sasso mi pare faccia 2000 metri cubi e un altro 6000: uno ha spinto l'altro e non si riesce a capire come si può intervenire perchè il movimento è ancora in evoluzione. I massi andrebbero infranti ma sopra ce ne sono altri e si può dire che è tutto ancora in movimento. Con l’ordinanza ho chiuso il sentiero Cai 689 che va alla Baita dei cacciatori: il gestore vive lì ma non è completamente isolato, c'è un altro sentiero con cui raggiungere la struttura. L’altro va anche alla Baita Giovanni Paolo Primo e ad un'altra struttura alpina. Ora vedremo come si procederà per sistemare questa frana: ma io non ci penso neanche a intervenire, per il nostro Comune non è possibile. Comunque in base al sopralluogo prenderemo delle decisioni e vedremo come agire. Oggi farò un’altra riunione ma c’è bisogno che ci diano una mano economicamente perchè altrimenti noi non ce la facciamo».

La frana è ancora in movimento: «Se dovesse scendere di nuovo non c'è pericolo, comunque, a meno che le persone decidano di non osservare le ordinanze».

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