Matrimoni a El Teaz: il Comune dice “sì”

Anche a Rocca Pietore una sala diversa da quella “anonima” della sala municipale. Per chi è residente costerà 50 euro

ROCCA PIETORE . Sposarsi “Al Teaz”, ora si può.

La sala pubblica del capoluogo della Val Pettorina è stata destinata da poco dall’amministrazione comunale a luogo per la celebrazione dei matrimoni civili. La spesso anonima sala comunale non piace più a chi sceglie di sposarsi davanti al sindaco. E così da più parti arrivano richieste di potersi sposare in luoghi particolari come un castello (a Livinallongo da qualche anno si può farlo in quello di Andraz), un salone storico e così via.

Così anche al Comune di Rocca Pietore sono arrivate alcune richieste di poter celebrare il rito civile nella sala “El Teaz”, che si trova nel capoluogo, poco distante sia dal municipio che dalla chiesa.

Si tratta di un edificio interamente in legno. Da qui forse anche il nome “El Teaz”, ovvero l’edificio adibito a ricovero della legna tagliata e pronta da ardere. Una struttura molto usata in paese per incontri pubblici e manifestazioni. Richiesta che l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Andrea De Bernardin ha preso sul serio ed ha cercato di assecondare, sposando quanto affermato da poco niente meno che dal Consiglio di Stato secondo il quale «la moderna concezione del matrimonio, come istituto volto alla realizzazione della persona umana, oltre che come fatto fondante la primigenia cellula sociale, suggerisce di dare spazio alla scelta dei coniugi in ordine al luogo più appropriato per celebrare l'atto costitutivo della loro unione».

Tradotto: il matrimonio civile deve poter essere fatto in un luogo che piaccia agli sposi.

Ma tra il dire ed il fare come si sa, quando si tratta di cose dello Stato, c’è di mezzo la burocrazia. L’articolo 106 del Codice Civile infatti recita che «Il matrimonio deve essere celebrato pubblicamente nella casa comunale davanti all'ufficiale dello stato civile al quale fu fatta la richiesta di pubblicazione». Un’interpretazione quella di “casa comunale” che nel tempo e con il cambiamento dei tempi è stata chiarita e modificata tanto che lo stesso Massimario dello Stato Civile stabilisce che «per casa comunale deve intendersi un edificio che stabilmente sia nella disponibilità dell'amministrazione comunale per lo svolgimento di servizi, propri o di delega statale, che abbiano carattere di continuità e di esclusività». Una questione sulla quale si è mosso persino il Ministero, Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, Direzione Centrale per i Servizi Demografici, Area III Stato Civile chiarendo le modalità con le quali i comuni possono celebrare i matrimoni civili aldifuori del municipio. Da qui la delibera, adottata poche settimane fa dall’amministrazione comunale, con la quale si stabilisce che la sala “El Teaz” è ufficialmente un ufficio separato dello stato civile, quindi idoneo, per legge, alla celebrazione dei riti civili.

Ovviamente con alcuni limiti, regole e costi. I matrimoni potranno essere celebrati nelle giornate di sabato e domenica, dalle 10 alle 18:30. Il giorno e l'orario precisi saranno comunque definibili (e definiti) solamente previa acquisizione della disponibilità dell’ufficiale di Stato Civile. Non si potranno programmare cerimonie nelle festività come il 1° e 6 gennaio, la domenica di Pasqua e lunedì di “Pasquetta”, il 25 aprile, il 1° maggio, il 2 giugno, il 15 agosto, 1° novembre, 24, 25, 26 e 31 dicembre.

I costi? La delibera prevede che qualora almeno uno dei nubendi sia residente in Comune di Rocca Pietore alla data della pubblicazione di matrimonio il costo sia di 50 euro. Cento euro se nessuno dei due è residente. A carico degli sposi, ovviamente, anche le pulizie della sala “El Teaz”: gli stessi dovranno inoltre depositare una cauzione di 100 euro, che sarà restituita successivamente all’evento previo controllo da parte dell’incaricato dello stato del locale.

Lorenzo Soratroi

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