Matrimonio anni Venti per la “prima” al Fulcis

Raika Fagherazzi e Davide Lucicesare si sono detti sì nel salone del Museo. Il rinfresco nel chiostro. È il primo rito civile nella Casa dell’arte di Belluno
BELLUNO. Un sì artistico. In tutti i sensi. Il Museo Fulcis ieri pomeriggio ha aperto le sue porte a una coppia. Mica due qualunque: Raika Fagherazzi, prima guida turistica della provincia di Belluno, titolare di Agoghé viaggi, e Davide Lucicesare, ingegnere e amministratore unico di Bellunum. E a testimonianza di quanto Davide e Raika siano conosciuti in città, basti pensare che gli invitati hanno completamente riempito il salone al primo piano della Casa dell’arte cittadina.


Almeno duecento persone hanno partecipato al primo rito civile al Museo Fulcis, celebrato da un emozionato sindaco Massaro. Da qualche mese il Comune dà la possibilità alle coppie di scegliere dove scambiarsi le fedi nuziali festeggiare la propria unione. Oltre alla sala consiliare si può optare per il Teatro comunale o, appunto, il Museo Fulcis. I matrimoni vengono celebrati nel salone, sotto l’affresco di Costantino Cedini che raffigura l’allegoria del Valore incoronato da Virtù, alla presenza delle tre Virtù Teologali (Mercurio, Marte ed Ercole), mentre ai lati ci sono le allegorie del Merito, la Fortuna, la Guerra.


Quello di Davide e Raika, si diceva, è stato un sì artistico. Non solo perché poco distante si possono ammirare le opere di Brustolon, Sebastiano e Marco Ricci, Ippolito Caffi (solo per citarne alcuni). Ma anche per il tema scelto per il matrimonio: gli anni Venti. Splendida la sposa, in abito bianco avorio lungo fino alle caviglie, lunga collana di perle e piume bianche fra i capelli. Fra le mani un bouquet di rose rosse. Eccentrico lui, in abito grigio con panciotto, papillon a pois, scarpe di vernice e bastone da borghese. Dolcissimo il piccolo Sebastiano, vestito come il papà: è toccato a lui il compito di portare le fedi ai genitori. Che hanno scelto di sposarsi dopo dieci anni di unione, di fronte ad una folla di amici, parenti e semplici conoscenti (non mancavano volti noti, come l’assessore Biagio Giannone e il presidente della Fondazione teatri Renzo Poloni), molti visibilmente emozionati. Come loro, del resto.


Dopo lo scambio degli anelli e le foto di rito nel salone, sposi e invitati si sono trasferiti nel chiostro del Fulcis per il rinfresco. Anche questa una delle possibilità che offre la Fondazione teatri (che gestisce il Museo) agli sposi. Uno spazio perfetto, raccolto, intimo, la cornice ideale per chiacchierare con gli invitati prima di cena.


Gli sposi hanno concluso la loro giornata con amici e parenti al ristorante Al Borgo. Il Museo Fulcis ha richiuso il suo pesante portone attorno alle 20. Pronto per benedire, nella cornice dell’arte, altre coppie di futuri sposi.


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