Matrimonio egualitario: alle 16.30 suona la sveglia

In piazza dei Martiri manifestazione a favore delle unioni civili organizzata da alcune associazioni. «Un piccolo passo per la tutela dei diritti di tutti»

BELLUNO. L'amore, così come la libertà di espressione, deve diventare un diritto uguale per tutti. Anche di fronte alla legge italiana. Ecco cos'è che ha spinto tanti bellunesi di ogni età, estrazione e orientamento a manifestare apertamente in piazza dei Martiri: la rivendicazione del matrimonio egualitario. L'occasione è stata offerta dalla mobilitazione nazionale “#SvegliatItalia” che si è svolta contemporaneamente in oltre un centinaio di piazze del Bel Paese.

Unioni civili, la manifestazione a Belluno

Esplose in un unico trillo alle 16.30, le sveglie delle Dolomiti hanno puntato dritto su palazzo Madama, dove giovedì il Senato discuterà per la prima volta un disegno di legge (Cirinnà) per regolamentare le unioni civili e disciplinare le convivenze di coppie eterosessuali che non sposarsi. A organizzare la tappa nel capoluogo sono stati il progetto “Rovesci e diritti” della Casa dei beni comuni di Belluno, l'associazione feltrina “LaStellaPolare” e la Rete degli studenti medi, che ha portato la rivendicazione nelle scuole, seppur con qualche difficoltà.

«Non è la prima volta che i dirigenti di alcuni istituti ci impediscono di manifestare le nostre idee», protesta il referente Nicholas Possamai, «ci hanno vietato di appendere striscioni all'Iti, al Brustolon, allo Scientifico e al Classico dicendo che non si possono prendere posizioni politiche. Ma non hanno capito che questa manifestazione serve a formare una coscienza in noi giovani e che è una questione civile e sociale, piuttosto che partitica. Ci hanno tolto la voce».

Il concentramento di fronte alla grande sveglia simbolo della mobilitazione è stato lento e graduale. Poco prima della mezza, la referente di Rovesci e diritti Valentina Reolon ha impugnato il megafono per dare inizio al conto alla rovescia. «Non raccontiamocela», ha esclamato appena prima, «questo è solo un piccolo passo avanti nella tutela dei diritti di tutti, senza creare le solite differenze tra cittadini di serie A e di serie B».

«A Belluno manca un po' tutto», lamenta il presidente della Stella polare Manuele Fogu, «c'è poca sensibilità, la partecipazione scarseggia, non siamo abbastanza riconosciuti, eppure iniziative come questa servono a tutti». Diana Terradura, tra i manifestanti, sbotta: «La battaglia per i diritti degli omosessuali di oggi è la battaglia per la parità di genere di ieri, quando la donna era repressa da chiare leggi dello Stato e della Chiesa. L'omosessualità non è un'anomalia». È semplicemente un'etichetta da strappar via.

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