Mattarella elogia gli scolari della Gonzaga di Longarone

LONGARONE
Ringraziamenti istituzionali illustri per la classe prima B della media Gonzaga, che ha scritto e illustrato una fiaba che racconta il maltempo nel Bellunese e la scomparsa del leccio secolare di Longarone, sopravvissuto al Vajont ma non alla tempesta Vaia.
Ai giovani studenti sono infatti arrivate le lettere di apprezzamento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del governatore veneto Luca Zaia.
Nelle scorse settimane la classe aveva infatti creato un racconto, dal titolo “Elce il leccio magico”, che prende spunto della storia del leccio secolare (che aveva oltre 150 anni) che si trovava a poca distanza dalla scuola.
L’albero, che aveva oltre 150 anni e ornava la vecchia Villa Malcolm, è stato spazzato via del maltempo del 29 ottobre, dopo aver resistito persino al Vajont e all’alluvione del 1966. La prima B ha anche prodotto un libro con illustrazioni a tema sotto la guida dei docenti Paolo Vendramini e Lucia Costantini che ha curato l’impaginazione e grafica. In seguito è stato anche realizzato un video racconto visionabile su YouTube (sul canale Ponte Nelle Alpi News), con il supporto tecnico di Belluno Video.
«Cari ragazzi – ha scritto di suo pugno il presidente Mattarella – vi ringrazio molto per la vostra lettera e per la bella fiaba del leccio. Questo è un segno del vostro rispetto per la natura e l’ambiente. Vi rivolgo quindi tanti auguri per il vostro avvenire».
«Ho davvero apprezzato la bellissima fiaba – queste invece le parole di Zaia – vi ringrazio personalmente uno ad uno per il vostro lavoro da cui percepisco l’autentico sentimento che nutrite per il nostro Veneto. Ho appreso con dispiacere la sorte toccata al leccio. Posso quindi comprendere lo stato d’animo e la tristezza per la scomparsa di questo importante simbolo per Longarone: sotto le sue fronde è passata la storia di un’intera comunità. Sono però sicuro di una cosa: la vostra memoria, così matura nonostante la vostra giovane età, contribuirà a rendere vivo il suo ricordo».
«Perché cari bambini – scrive Zaia – noi veneti siamo come Elce, dotati di voglia di fare e profondo amore per la nostra regione e per le sue molteplici bellezze naturali. Le nostre Dolomiti purtroppo non potranno più gioire dell’ombra del leccio. Tuttavia, dopo le recenti calamità naturali, il vento ha contributo a liberare preziosi semi che si sono schiusi negli innumerevoli volontariati venuti a dare una mano».
«Un sentito ringraziamento per queste belle parole del nostro presidente della Repubblica e del governatore – commenta il dirigente scolastico Massimo Pisello – iniziative come questa fiaba e tutti i prodotti artistici ad essa correlata sono il simbolo della nostra idea di scuola: aperta alla comunità con gli alunni che sono partecipi e attivi nel loro territorio con il suo inestimabile patrimonio di cultura e ambiente». —
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