«Mazzacurati, condizioni peggiorate»

Scandalo Mose, in California due ore e mezzo di test per l’ex presidente Cvn. Il suo avvocato: sta peggio di un anno fa
Di Rubina Bon

VENEZIA. Due ore e mezza di perizia medica per l’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova Giovanni Mazzacurati, sottoposto al fuoco di fila delle domande da parte dello psichiatra forense Carlo Schenardi per verificarne lo stato di salute mentale. La conference room dell’Empress Hotel, un tre stelle a La Jolla in California dove vive Mazzacurati, nella notte tra venerdì e sabato (quando oltreoceano era pomeriggio) ha ospitato l’accertamento medico-legale disposto dal tribunale di Venezia sull’ex numero uno del Cvn. Due ore e mezza di visita al termine della quale, racconta l’avvocato Giovanni Battista Muscari Tomaioli, legale di Mazzacurati, contattato al telefono mentre si trova in California, «Il mio assistito era molto stanco e provato». Sull’esito degli accertamenti c’è il massimo riserbo anche perché il dottor Schenardi aveva la facoltà di esaminare il paziente pure nel pomeriggio del 14 gennaio (ora della California, la notte scorsa in Italia). «Noi siamo a disposizione», chiariva nel tardo pomeriggio di ieri il difensore.

Gli accertamenti sono finalizzati a stabilire se Mazzacurati sia in grado o meno di testimoniare al processo sulle tangenti del Mose in corso a Venezia. Ma del Mose non si è parlato nel corso della perizia medico-legale delle scorse ore. L’ex presidente del Cvn è stato sottoposto a una batteria di test di tipo verbale, con il dottor Schenardi che gli poneva una serie di domande a cui Mazzacurati doveva rispondere.

A presenziare alle operazioni, oltre all’avvocato Muscari Tomaioli, il presidente del tribunale di Venezia Stefano Manduzio (che si è pagato la trasferta di tasca propria) e il professor Pietro Pietrini, perito nominato dai difensori dell’ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni. Non c’era alcun familiare ad accompagnare Mazzacurati, sostenuto solo dal suo avvocato che alloggia nello stesso albergo dove si svolge la perizia.

Il dottor Schenardi, in virtù dell’incarico super partes che gli è stato conferito dal tribunale, non si è sbilanciato con i componenti della delegazione sull’esito degli accertamenti compiuti. I risultati dei test verranno illustrati dallo stesso medico legale nel corso dell’udienza fissata in tribunale a Venezia per giovedì 26 gennaio. «Mazzacurati ha grossi limiti cognitivi e mnemonici, come sostengo da oltre un anno a questa parte», ha ripetuto l’avvocato Muscari Tomaioli, «Soffre di patologia senile irreversibile, rispetto a un anno fa è cambiato in peggio».

A fine novembre c’era già stato un primo esame di Mazzacurati da parte del dottor Schenardi. Un esame non diretto, come quello che si è svolto nelle scorse ore, bensì basato sui certificati firmati da medici statunitensi e sugli esiti di una Tac. Lo psichiatra forense aveva scritto nella sua relazione che «Giovanni Mazzacurati attualmente non è nelle condizioni di presenziare al processo nella veste di testimone perché, alla luce della documentazione clinica esaminata e con i limiti dovuti all'impossibilità di effettuare un esame diretto» è affetto «da un disturbo neuro cognitivo-demenza (...) associato a cardiopatia ischemica, ipertensione arteriosia, insufficienza renale cronica», che ne hanno determinato «una forma di deterioramento mentale-demenza di tipo misto, con un defici mnesico di rievocazione, stato confusionale fluttuante, difficoltà a rievocare e recuperare le informazioni, alla coordinazione motoria di deambulazione e utilizzo di strategie esecutive». A suffragare il quadro clinico, gli esiti dei test psicologici sottoposti all’ingegnere e consegnati dal difensore alla Procura a dicembre. Il tribunale nel frattempo ha assecondato la richiesta di una perizia de visu dalla quale ora dipende la possibilità di vedere o meno Mazzacurati testimoniare a Venezia.

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